Il nostro indirizzo è un’informazione che siamo tenuti a
dare in moltissime occasioni: per compilare moduli, per
aprire un conto, per ricevere posta, o ancora per segnalare un’emergenza alle
autorità. Eppure, per quanto non sia così noto, circa il 75 per cento della
popolazione mondiale (pari a circa 4 miliardi di persone) non è in grado di
fornire quest’informazione, perché moltissimi luoghi del pianeta non prevedono
una numerazione esatta per un’identificazione immediata di un’abitazione.
Proprio per ovviare a questo problema, nelle prossime
settimane la Mongolia, tramite il suo ufficio postale nazionale, inizierà a
fare uso di un nuovo e originale sistema di localizzazione per identificare vie
e numeri civici.
Si tratta di un metodo ideato da una startup britannica
chiamata What3Words, che assegna un gruppo di tre parole diverso per ogni
spazio di 9 metri quadrati del pianeta, sicuramente meno complesso da ricordare
di una serie di coordinate GPS.
Si tratta di parole comuni unite in modo casuale, ma ogni
combinazione corrisponde a uno e a un solo luogo del mondo: per esempio, la
Casa Bianca, al 1600 di Pennsylvania Avenue, diventa sulk.held.raves, e lo
Stade de France corrisponde a reporter.smoked.received.
La Mongolia sarà il primo stato a utilizzare il sistema per
la consegna della posta perché ci sono troppo poche strade con un proprio nome
sul suo territorio di oltre 1,5 milioni di chilometri quadrati: al momento, quando
le persone non hanno un indirizzo, la soluzione è recarsi verso un punto di
raccolta rivolto a più destinatari.
Attraverso il nuovo sistema creato da What3Words, il governo spera di migliorare questa condizione, che già viene adottata dalle Nazioni Unite, e che può essere liberamente consultata attraverso il sito della startup, in cui è possibile anche inserire il proprio indirizzo e vedere a quale gruppo di parole corrisponderebbe nel sistema in questione.