È salito a oltre 900 il bilancio delle vittime dei bombardamenti sulla Ghouta orientale, l’enclave ribelle della Siria, alle porte di Damasco.
Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH).
Sulla scia di un’enorme offensiva lanciata il 18 febbraio, le forze del regime di Bashar al-Assad hanno riconquistato più della metà della Ghouta orientale, alla periferia di Damasco. Nella notte tra mercoledì e giovedì sono stati segnalati almeno 60 casi di soffocamento, di cui circa la metà dovuta all’uso di gas cloro.
I circa 400mila abitanti dell’enclave ribelle, assediati dal 2013, affrontano gravi carenze di cibo e medicine.
Oggi, 8 marzo 2018, il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha annunciato che la consegna degli aiuti umanitari prevista per giovedì nell’enclave ribelle della Ghouta orientale è stata “posticipata” a causa degli intensi bombardamenti che continuano a colpire la regione.
“Il convoglio di oggi è stato posticipato”, ha dichiarato all’AFP Ingy Sedky, portavoce del CICR, uno dei partner delle Ong delle Nazioni Unite. La situazione che “si evolve sul terreno (…) non ci consente di portare a termine l’operazione”, ha aggiunto.