L’enclave di Afrin, in Siria, è circondata dalle truppe dell’esercito turco, con l’Unità di protezione del popolo curdo (YPG), legata al partito siriano dell’Unità democratica (PYD) e considerata un’organizzazione terroristica, che sono sotto assedio da quasi due mesi.
È quanto rivela un comunicato dello Stato maggiore di Ankara pubblicato il 13 marzo 2018 e ripreso dall’agenzia di stampa Anadolu.
Secondo tale rapporto l’esercito di Ankara controlla ormai tutti i confini della città posta nel settore nordoccidentale siriano.
Sono almeno 819 i combattenti uccisi dall’inizio delle operazioni militari, di cui 391 miliziani curdi, 347 ribelli siriani sostenuti dalla Turchia, oltre 70 militari di Ankara e 81 combattenti delle cosiddette Forze popolari affiliate al governo di Damasco, secondo quanto riportato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani.
A questi vanno aggiunte le morti tra i civili, che si contano in almeno 204, di cui almeno 32 bambini.
Secondo le Nazioni Unite, invece, sono almeno 50mila i profughi che hanno dovuto abbandonare le proprie case nel nord ovest della Siria da quando sono iniziati gli attacchi.
E sono ancora almeno 1 milione le persone intrappolate nell’enclave siriana, proprio mentre l’esercito turco sta compiendo l’ultimo assedio.
Dal comando delle truppe del presidente Erdogan fanno intanto sapere di aver neutralizzato 3.393 “terroristi” dall’inizio dell’azione militare, comprendendo anche i miliziani che vengono “catturati vivi”.
Da parte loro, i curdi del Ypg smentiscono le dichiarazioni della Turchia: “I turchi stanno bombardando tutte le strade intorno ad Afrin”, ha fatto sapere l’Unità di protezione del popolo curdo, “ma non è vero che la città è circondata”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it