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    Le truppe di Assad avanzano a Palmyra in Siria

    La riconquista dell'antica città siriana rappresenterebbe un successo per le forze del presidente siriano

    Di TPI
    Pubblicato il 23 Mar. 2016 alle 20:22 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:12

    Le truppe di Assad starebbero per riconquistare Palmyra, la città siriana nota per il suo sito archeologico patrimonio dell’Unesco, caduta in mano ai militanti del sedicente Stato islamico nel maggio del 2015. Lo hanno annunciato fonti governative siriane.

    I soldati dell’esercito siriano dopo giorni di bombardamenti da parte dell’aviazione, sono giunti nella periferia della città a un chilometro dal centro e in poche ore potrebbero entrare a Palmyra. 

    La riconquista della città nel deserto è strategicamente fondamentale per l’esercito di Assad, poiché rappresenta un punto di collegamento tra est e ovest della Siria e aprirebbe la strada alla provincia di Deir al-Zor, in mano ai jihadisti del califfato.

    L’avanzata verso Palmyra rappresenterebbe il maggior successo da quando il dittatore siriano ha scatenato l’offensiva contro lo Stato islamico con il sostegno dell’esercito di Mosca. Fonti governative hanno annunciato che la strada di accesso alla città sarebbero nelle mani delle truppe di Assad. 

    “Siamo a 850 metri dal centro di Palmira. In poche ore le forze governative dichiareranno la città completamente sicura”, ha riferito un soldato intervistato dalla televisione araba Ikhbariya.

    L’Osservatorio per i diritti umani in Siria ha registrato degli scontri nella periferia tra i soldati di Assad e i jihadisti del sedicente Stato islamico con la copertura aerea dei jet russi.

    Nonostante abbia annunciato il ritiro dalla Siria, la Russia ha mantenuto nella base militare di Latakia aerei da bombardamento e alcuni elicotteri d’attacco per supportare l’offensiva dell’esercito regolare siriano.

    Inoltre unità delle forze speciali di Mosca sono rimaste sul territorio siriano per svolgere operazioni di ricognizione, fornire informazioni sui bersagli agli aerei e altre missioni, come ha riconosciuto il comandante del contingente russo in Siria Alexander Dvornikov.

    Il sedicente Stato islamico non è stato incluso nei colloqui di pace in corso a Ginevra per raggiungere il cessate il fuoco. Tuttavia, la tregua appare instabile e a rischio anche in altre zone del paese. 

    Nelle ultime 24 ore il regime di cessate il fuoco sarebbe stato violato almeno cinque volte, ha fatto sapere oggi il ministro della Difesa russo Sergei Shoygu minacciando di agire unilateralmente per far rispettare la tregua.

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