Le Nazioni Unite sono pronte per iniziare la fornitura di aiuti umanitari alle popolazioni che vivono nelle zone sotto assedio in Siria. La tregua mediata da Russia e Stati Uniti e iniziata a mezzanotte del 27 febbraio per il momento regge, nonostante denunce di violazioni da varie parti.
Le prime consegne sono previste per le prossime ore e dovranno raggiungere circa 150mila siriani nei prossimi cinque giorni. L’Onu spera di fornire aiuti a un milione e 700mila persone entro la fine di marzo.
La tregua di due settimane, che però non si applica alla lotta contro il cosiddetto Stato Islamico o il Fronte Nusra, legato ad al-Qaeda, è un’opportunità fondamentale per le Nazioni Unite per raggiungere le zone sotto assedio.
Un portavoce dei ribelli ha parlato di violazioni “qua e là”, ma la situazione è migliorata. Anche Mosca ha denunciato delle violazioni, ma nel complesso il cessate il fuoco regge. Lo scetticismo però rimane tanto.
Il coordinatore per gli aiuti umanitari delle Nazioni Unite in Siria, Yacoub el-Hillo, ha definito la tregua “la migliore opportunità che il popolo siriano abbia avuto nel corso degli ultimi cinque anni per la pace e la stabilità duratura”.
L’organizzazione prevede di utilizzare la tregua per fornire cibo, acqua e medicine in città come Madaya, dove i residenti stanno morendo di fame, ma ha fatto sapere di aver bisogno dell’approvazione delle parti in conflitto in Siria prima di poter espandere ulteriormente le sue consegne.