I primi ribelli siriani sconfitti e le loro famiglie hanno iniziato a lasciare il 22 marzo 2018 l’enclave della Ghouta orientale, assediata da oltre un mese dalle forze armate fedeli al governo del presidente Bashar al-Assad.
Lo riferiscono i media statali, specificando che 44 ribelli e 340 civili hanno lasciato il sobborgo di Harasta finora.
L’evacuazione rientra nell’ambito di un accordo raggiunto tra gli insorti e il governo di Damasco.
Circa 1.500 combattenti della fazione di Ahrar al-Sham, oltre 6mila civili si stanno trasferendo da Harasta alla provincia settentrionale di Idlib, controllata dai ribelli.
L’accordo di evacuazione è il primo concordato da quando le forze filo-governative hanno intensificato l’offensiva sulla Ghouta orientale. L’intesa è stata mediata dalla Russia, alleata del governo siriano.
La tv libanese Al-Manar Tv, vicina al gruppo militante di Hexbollah, ha riferito che il governo di Damasco ha rilasciato in cambio cinque terroristi. Hezbollah è uno stretto alleato del regime guidato da Bashar al-Assad.
La televisione di stato siriana ha riferito che 13 persone detenute dai ribelli sono state liberate e ha intervistato un di loro, che ha ringraziato Dio e l’esercito di Assad per la sua liberazione.
Il gruppo ribelle Ahrar al-Sham, che controllava Harasta, ha accettato di deporre le sue armi in cambio di un trasferimento sicuro verso la roccaforte ribelle di Idlib.
La Bbc riferisce che l’accordo potrebbe mettere sotto pressione i gruppi ribelli che controllano gli altri territori nella Ghouta e spingerli ad arrendersi.
I raid aerei sulla Ghouta, iniziati il 18 febbraio 2018, hanno provocato finora la morte di oltre 1.500 civili, tra cui circa 300 bambini. Nei giorni scorsi i bombardamenti hanno colpito nei pressi di due scuole. Altre 50mila persone sono state evacuate nei giorni scorsi.
Il regime siriano controlla ormai l’80 per cento della Ghouta.
La televisione di stato ha riferito che 13 persone detenute dai ribelli sono state liberate.
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