Almeno 39 civili, tra cui 12 bambini, sono morti domenica 12 agosto 2018 nell’esplosione di un palazzo in una zona residenziale della provincia di Idlib, nel nordest della Siria.
Lo riferisce l’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), specificando che le cause dell’esplosione sono ancora ignote.
L’esplosione è avvenuta nella cittadina di Sarmada, nel nord ovest della provincia di Idlib.
Il palazzo esploso, di diversi piani, sarebbe interamente crollato. Al suo interno vi sarebbe stato un deposito di armi. Alcune fonti riferiscono anche di un secondo stabile crollato.
In un primo momento il numero delle vittime sembrava essere 12, ma il bilancio è aumentato scavando tra le macerie e potrebbe crescere ancora.
L’Osservatorio siriano dei diritti umani ritiene che la maggior parte delle vittime siano membri delle famiglie di combattenti del gruppo ribelle Hayat Tahrir al-Sham, un’alleanza guidata da jihadisti provenienti da Al-Qaeda provenieniti dalla provincia centrale di Homs.
Secondo quanto riferisce la Bbc, l’edificio esploso conteneva munizioni appartenenti a un trafficante d’armi.
Negli ultimi mesi diverse esplosioni e omicidi hanno scosso la provincia di Idlib, rivolti principalmente contro funzionari e combattenti ribelli.
Alcuni attacchi sono stati rivendicati dall’Isis e la maggior parte di essi sono il risultato di lotte intestine tra altri gruppi ribelli.
Circa 2,5 milioni di persone vivono nella provincia, metà delle quali sfollate da altre parti della Siria.
Idlib è l’ultima grande roccaforte sotto il controllo dai ribelli e dovrebbe essere il prossimo obiettivo per le forze armate siriane fedeli al presidente Bashar al-Assad.
Negli ultimi mesi, il governo siriano, sostenuto dalla Russia e dall’Iran, ha compiuto importanti progressi nella sua offensiva contro ribelli e jihadisti in tutto il Paese.