I ribelli siriani del Ghouta orientale stanno portano avanti una serie di negoziati con le Nazioni Unite al fine di ottenere il cessate il fuoco.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, dopo una mattinata di calma, domenica pomeriggio sono infatti ripresi i bombardamenti nel Ghouta orientale.
I ribelli chiedono anche la consegna di aiuti umanitari e l’evacuazione dei feriti e dei malati. Lo riporta l’agenzia di stampa Reuters, che cita fonti vicine ai ribelli.
Lo stesso giorno il presidente siriano Bashar al-Assad ha fatto visita ai soldati governativi che stanno assediando l’ultima grande roccaforte dei ribelli vicino Damasco, che sembrano vicini alla vittoria, e ha incontrato alcune delle migliaia di persone sfollate durante l’offensiva dell’esercito.
I negoziati
I ribelli siriani del Ghouta orientale stanno negoziando la possibilità di lasciare altre zone o di abbandonare le armi.
Questo, nonostante il fatto che i ribelli abbiano pubblicamente escluso di ritirarsi dopo un negoziato, come accaduto ad Aleppo, Homs e in altre zone assediate.
I soldati siriani hanno diviso Ghouta in tre zone assediate dall’offensiva governativa ritenuta la più sanguinosa dall’inizio della guerra civile siriano, come spiegato anche in questo articolo: Le tappe del conflitto siriano dal 2011 al 2016.
Si tratta della peggiore sconfitta per i ribelli dalla presa di Aleppo da parte delle forze governative.
Il governo siriano ha cercato di dividere i gruppi di ribelli rivali che controllano diverse parti del Ghouta orientale, lavorando a colloqui segreti separati con i ribelli in ogni regione, applicando vari gradi di pressione militare, e secondo una fonte dell’opposizione siriana, le tattiche del governo stanno cominciando a dare i loro frutti.
La visita di Assad
La visita del presidente Assad ai soldati del Ghouta orientale e agli sfollati è un segnale di fiducia verso un risultato che sembra ormai scontato.
“Ogni autista di carro armato che avanza di un metro ha cambiato la mappa politica del mondo”, ha detto Assad.
Intanto, l’Esercito siriano libero, le forze armate dei ribelli in conflitto con il governo di Damasco e alleato della Turchia, domenica ha preso il pieno controllo della città curda di Afrin, nel nord della Siria, assediata da oltre due mesi.