Il 14 aprile 2018 le forze armate degli Stati Uniti, supportate da Regno Unito e Francia, hanno condotto un attacco aereo in Siria contro alcuni importanti siti strategici di armi chimiche controllati dal governo siriano. (Aggiornamenti in tempo reale)
Le immagini satellitari mostrano le aree colpite dai bombardamenti prima e dopo il raid.
I governi dei tre paesi occidentali hanno riferito che sono stati lanciati 105 missili che hanno colpito tre siti. Il raid è partito intorno alle 04.00 ora locale siriana.
L’operazione è stata una risposta al presunto attacco con armi chimiche del 7 aprile 2018 a Douma, che ha provocato almeno 100 morti e circa mille feriti.
Stati Uniti, Regno Unito e Francia accusano il governo siriano guidato dal presidente Bashar al-Assad di essere responsabile dell’attacco chimico e, in particolare, il presidente americano Donald Trump ha puntato il dito contro la Russia e l’Iran, paesi alleati del regime di Damasco. (Attacco Usa in Siria, quali saranno le conseguenze e cosa succede adesso)
Secondo Mosca, tuttavia, non c’è stato alcun attacco con armi chimiche.
Il raid occidentale ha visto gli Stati Uniti bombardare con missili Tomahawk (qui cosa sono e come funzionano). Il Regno Unito, invece, ha fatto decollare da Cipro quattro Tornados della Royal Air Force (RAF) utilizzando i missili Storm Shadow.
Americani, britannici e francesi hanno bombardato con missili aerei e missili lanciati da unità navali.
I bombardamenti si sono concentrati vicino alla città di Homs, dove si ritiene che il regime siriano avesse accumulato riserve di armi chimiche. La televisione siriana ha riferito che nell’attacco sono rimasti feriti tre civili.
Secondo le forze armate occidentali, sono stati colpiti almeno tre importanti obiettivi: un sito di stoccaggio per precursori di armi chimiche a ovest di Homs, un altro deposito nelle vicinanze e un laboratorio scientifico a Damasco.
In particolare, un totale di 22 missili ha colpito il sito di Him Shinshar, a circa 20 chilometri da Homs. Secondo lo Stato maggiore statunitense, l’impianto è una ex base missilistica dove si ritiene che il regime siriano tenesse una scorta di attrezzature per fabbricare armi chimiche.
Sette missili hanno invece colpito un bunker nelle vicinanze, presunto deposito sotterraneo di armi chimiche.
Il raid ha colpito poi il centro di ricerca di Barzeh, a nord di Damasco. Secondo gli Stati Uniti, il centro è stato il laboratorio del programma di armi chimiche di Assad.
Filmati e fotografie dopo l’attacco occidentale hanno mostrato blocchi di uffici in cemento distrutti e soldati siriani che scappavano tra le macerie.