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    Siria, un attentato kamikaze dell’Isis ha provocato più di 50 morti

    Credit: Afp

    Diverse esplosioni sono avvenute nel sud del paese nelle zone controllate dal regime

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 25 Lug. 2018 alle 10:51 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:26

    Più di 50 persone sono state uccise in una serie di attentati kamikaze dell’Isis nel sud della Siria, nel primo attacco di questa portata condotto dall’organizzazione jihadista nel paese negli ultimi mesi, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Tra le vittime, ci sono 12 civili e 32 membri delle forze filogovernative e civili.

    Si è trattato di un attacco coordinato contro la città di Sweida, capoluogo dell’omonima provincia, e altri villaggi a nord-est della provincia, impadronendosi di tre di essi, secondo quanto riferito dal direttore dell’Osservatorio Rami Abdel Rahman.

    La città di Sweida è stata colpita da tre attentatori suicidi. Per Abdel Rahman, i “tre attentatori con cinture esplosive hanno preso di mira la città di Sweida, mentre altre esplosioni hanno colpito villaggi nel nord e nell’est”.

    La notizia è stata confermata anche dall’agenzia ufficiale siriana Sana e dalla televisione di stato, secondo cui l’esercito ha lanciato un’offensiva per respingere i jihadisti.

    Secondo i media locali, l’attacco suicida sarebbe avvenuto nel mercato di Sweida e le forze di sicurezza avrebbero inseguito, e uccisi, altri due attentatori prima che riuscissero a farsi saltare in aria. Secondo Sana, sarebbero tre i villaggi attaccati nel nord-est della provincia.

    La tv di stato ha detto che le forze governative “prendono di mira le posizioni del gruppo terrorista Daesh” nelle campagne a est della città.

    Amer al-Ashshi, il governatore della città, ha detto all’agenzia stampa che si sta tornando alla normalità. Hassan Amro, direttore del dipartimento sanitario cittadino di Sweida, ha dichiarato che il personale medico si sta occupando dei cittadini che sono rimasti feriti. 

    I militari siriani, sostenuti dalle forze russe, hanno recentemente lanciato un’operazione per evacuare i ribelli dalle loro residue roccaforti nel sud-ovest. Almeno 270.000 persone sono fuggite dalle loro case nella regione mentre i combattimenti continuano, ha riportato l’Agenzie delle Nazioni Unite.

    Dopo aver preso il controllo di vaste porzioni del territorio siriano nel 2014, ormai l’Isis controlla meno del 3 per cento del territorio, in gran parte sacche di resistenza lungo l’Eufrate e nel deserto orientale, al confine con l’Iraq. La guerra civile in Siria ha causato oltre 350.000 morti negli ultimi sette anni.

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