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    MSF: “In Siria morte e sofferenza tra bimbi e donne nel campo di Al Hol, è emergenza umanitaria”

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 17 Mag. 2019 alle 15:05 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:14

    Nel campo di Al Hol, in Siria nord-orientale, i bambini stanno morendo a causa di malattie prevenibili e le donne partoriscono in condizioni non sicure. È la denuncia di Medici Senza Frontiere (MSF) sulle condizioni di circa 73.000 persone, per il 94% donne e bambini, sfollate dal governatorato di Deir Ez Zor dopo le ultime battaglie tra il gruppo dello Stato Islamico e le Forze democratiche siriane.

    La maggior parte delle persone è arrivata al campo tra dicembre 2018 e marzo 2019, per fuggire dai violenti combattimenti di terra e attacchi aerei o perché costrette a lasciare l’area. Al loro arrivo, alcuni erano feriti, molti estremamente vulnerabili per essere sopravvissuti settimane vicino alla linea del fronte, senza cibo sufficiente e cure mediche. Le difficoltà del trasferimento e le condizioni meteo avverse hanno ulteriormente aggravato le già precarie condizioni di salute.

    “Sono arrivati stipati nel retro dei furgoni. Quasi tutti erano ricoperti di fango, molti erano feriti o malati. Le persone erano affamate e i bambini malnutriti” dichiara Will Turner, responsabile di MSF per l’emergenza in Siria.

    Siria guerra news | Campo di Al Hol | Emergenza umanitaria | MSF

    In poco tempo, la situazione del campo di Al Hol è diventata una vera e propria crisi umanitaria: i nuovi arrivati vivono in condizioni di sovraffollamento, con poco cibo, acqua, ripari e servizi igienico-sanitari. Le persone sono trattenute nel campo dalle forze di sicurezza locali e dopo diversi mesi i loro bisogni continuano a rimanere insoddisfatti.

    Nonostante alcuni servizi medici di base siano disponibili, non sono equamente distribuiti o accessibili tra gli abitanti del campo. La cosiddetta “annex area”, dove si trovano 11.000 persone, di cui 7.000 bambini, di nazionalità non siriana, è separata da una recinzione dal resto del campo. A causa delle preoccupazioni delle autorità in materia di sicurezza, questo gruppo di persone è soggetto ad ulteriori restrizioni che impediscono la libera circolazione nelle aree dove sono forniti alcuni servizi medici di base. Così molte madri in attesa che vivono in quest’area non hanno altra scelta se non quella di partorire nelle loro tende.

    “Ci sono organizzazioni umanitarie e donatori che non sono disposti a fornire servizi in alcune aree del campo a causa delle possibili affiliazioni delle persone che vi risiedono” dichiara Turner di MSF. “L’assistenza medica non dovrebbe essere soggetta a compromessi. Chiunque ha diritto a ricevere un’adeguata assistenza medico-umanitaria, a prescindere dalla sua origine, nazionalità, status giuridico o del motivo che lo ha portato al campo”.

    Ovunque nel campo, la qualità dell’acqua e dei servizi igienici non soddisfano gli standard minimi di emergenza. La fornitura di acqua pulita è scarsa e molte latrine non funzionano, costringendo le persone alla defecazione all’aperto.

    “Vediamo pazienti con malattie come la diarrea acquosa acuta, dovuta alla bassa qualità dell’acqua e dei servizi igienici disponibili. Temiamo che la situazione potrà solo peggiorare con l’arrivo dell’estate”, dice Turner di MSF.

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    I pazienti con complicazioni mediche hanno difficoltà a ricevere i permessi per il trasferimento verso strutture ospedaliere fuori dal campo, e questo comporta ritardi nelle cure. Allo stesso tempo, chi ottiene il trasferimento in ospedale spesso non viene ricoverato per il sovraffollamento delle strutture sanitarie. Alcuni riferiscono di bambini morti nelle loro tende.

    “Le temperature estive iniziano a farsi sentire e siamo molto preoccupati per l’impatto che avranno su chi vive in condizioni così precarie. Nessun bambino dovrebbe morire per disidratazione o malattie prevenibili per la mancanza di cure di base” aggiunge Turner di MSF.

    MSF sta ampliando le attività mediche sia all’interno che all’esterno del campo. Con numerosi nuovi arrivi nelle ultime settimane, i bisogni della popolazione sono lontani dall’essere soddisfatti e la situazione attuale richiede una risposta umanitaria più organizzata e di lungo periodo.

    MSF chiede che l’assistenza umanitaria nel campo di Al Hol sia adeguatamente rafforzata, che alle organizzazioni umanitarie sia dato accesso a tutte le aree del campo e che le persone siano trattate in modo equo e umano, in linea con i principi e le leggi internazionali.

    MSF ha lanciato una risposta all’emergenza nel campo di Al Hol nel gennaio 2019, supportando inizialmente la fornitura di cure mediche di emergenza nell’area che accoglie i nuovi arrivati. MSF ha donato 309 tende per famiglie, 251 kit igienici, 24.000 coperte e 1.097 kit per cucinare.

    Dati i bisogni delle persone, MSF ha esteso velocemente il suo supporto nel campo, fornendo il triage di emergenza nell’area di accoglienza, e la costruzione di reti idriche e servizi igienici. Nel febbraio 2019, MSF ha aperto una struttura medica aperta h24, che ha già curato 17.113 pazienti, di cui 1.238 in condizioni di emergenza. MSF gestisce tre centri nutrizionali ambulatoriali per bambini e donne incinte e un centro nutrizionale ospedaliero con 23 posti letto sempre pieni. MSF gestisce inoltre una clinica mobile nell’annex area, dove vivono le persone di nazionalità non siriana, che finora ha fornito oltre 3.500 consultazioni.

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