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    Curare i traumi di guerra dei siriani con Skype

    Un dottore canadese offre servizi gratuiti di consulenza psichiatrica ai rifugiati siriani utilizzando Skype

    Di Luca Gorini
    Pubblicato il 1 Set. 2015 alle 14:26 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:28

    La guerra in Siria, scoppiata nel 2011, ha provocato la morte di oltre 300mila persone, mentre milioni di siriani sono stati costretti a lasciare le loro abitazioni. In molti soffrono di depressione e disturbo da stress post-traumatico in seguito alle brutalità che hanno testimoniato durante il conflitto.

    L’Organizzazione mondiale della sanità, un’agenzia delle Nazioni Unite specializzata nel settore della salute, stima che almeno 600mila siriani soffrano di gravi disturbi psichici, mentre altre quattro milioni di persone – circa il 20 per cento della popolazione del Paese – accusino problemi mentali minori.

    Il dottore Saleem al-Nuaimi, nato e cresciuto nella città di Edmonton, nel sud del Canada, sta lottando per fornire servizi gratuiti di consulenza psichiatrica via internet a queste persone, che spesso vengono stigmatizzate a causa dei problemi con cui devono convivere.

    Saleem inizialmente temeva che le persone traumatizzate dalla guerra non avrebbero accettato il suo aiuto, in quanto i disturbi mentali rappresentano un vero e proprio tabù in Siria, ma secondo quanto riporta lui stesso, “il problema oggi è così esteso che i siriani ormai non lo sottovalutano più. Sono consapevoli che moltissimi di loro accusano i traumi della guerra”.

    Poco prima delle cinque di mattina, lo psichiatra entra nel suo ufficio presso l’Università ospedaliera di Edmonton, accende il computer e apre Skype, collegandosi dall’altra parte del mondo, in Siria, dove sono le due del pomeriggio: sullo schermo, un paziente lo saluta. È cominciata un’altra giornata di lavoro.

    Il dottore si connette regolarmente con circa 300 sfollati risiedenti in alcuni campi profughi nel nord della Siria. L‘elettricità scadente e la bassa connessione della rete internet siriana rendono però difficile portare avanti questa soluzione sanitaria alternativa. Inoltre, da quando il Paese è stato invaso dalle truppe dello Stato Islamico, molti dei campi profughi in cui Saleem opera non hanno più accesso a internet, costringendolo a optare per l’invio di posta elettronica o l’uso del telefono.

    Saleem ha in programma di espandere le sue consulenze in Siria attraverso una partnership con l’Unione delle organizzazioni mediche siriane di soccorso, una ong che promuove l’assistenza sanitaria nel Paese, e vuole formare un team di psichiatri in Canada che lo aiutino a seguire in maniera costante i suoi pazienti tramite Skype.

    Ispirato dal lavoro del dottore Maher Saqqur, un neurologo di Edmonton che utilizza Skype per aiutare le persone in Siria, Saleem in merito al suo operato dichiara“Non avrei mai pensato di portare avanti il mio mestiere in questo modo ma a volte è semplicemente necessario fare la cosa giusta”.

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