Le forze curde, sostenute dai raid aerei degli Stati Uniti, hanno lanciato un’offensiva contro l’Isis per riconquistare Sinjar, città nel nord del’Iraq e al confine con la Siria, secondo quanto ha dichiarato il Consiglio di sicurezza regionale curdo iracheno.
Sinjar è una città strategica per il sedicente Stato islamico, perché usata per il passaggio di truppe e il rifornimento di armi tra Mosul e Raqqa.
Gli attacchi aerei della coalizione, guidata dagli Stati Uniti, sarebbero iniziati già nella notte di mercoledì 11 novembre con lo scopo di aprire la strada ai peshmerga curdi, che, invece, attaccano la città via terra. All’alba di giovedì è cominciata l’offensiva congiunta contro le postazioni dell’Isis.
Per quest’azione, che i curdi chiamano operazione libera Sinjar, sarebbero arrivati nella città di montagna circa 7.500 combattenti curdi.
La città era caduta nelle mani del sedicente Stato islamico nell’agosto del 2014 causando la fuga di migliaia di yazidi, una minoranza religiosa considerata infedele dai militanti dell’Isis. Molti uomini yazidi sono stati uccisi, mentre le donne e le bambine sono state catturate come schiave sessuali.
Proprio per paura che queste repressioni potessero degenerare in un genocidio, gli Stati Uniti hanno deciso di sostenere con una coalizione i curdi peshmerga in particolare con attacchi aerei in Iraq, successivamente estesi anche al territorio siriano.
Nei mesi scorsi i curdi erano riusciti a conquistare alcune parti della città di Sinjar, ma l’Isis aveva fatto molta resistenza respingendo gli attacchi.
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