Singapore, abrogata legge che puniva sesso gay: risaliva all’epoca coloniale
Nella giornata di ieri, 29 novembre 2022, il parlamento di Singapore ha abrogato la legge che criminalizzava il sesso tra uomini. Il primo ministro Lee Hsien Loong ne aveva già promesso l’abolizione ad agosto scorso. Si tratta di una norma in vigore fin dall’epoca coloniale. La legge è stata a lungo criticata come discriminatoria e stigmatizzante per la comunità Lgbtq+.
L’abrogazione riguarda la sezione 377A del codice penale di Singapore, che prevedeva pene per un massimo di due anni di carcere per chi praticasse sesso con persone dello stesso sesso, con una particolare attenzione verso il genere maschile. Il Parlamento ha anche modificato la Costituzione per garantire che la Camera sia l’unico organo con l’autorità per definire cosa sia il matrimonio, che attualmente è esclusivo dei rapporti tra donne e uomini.
“La legge umilia e danneggia gli omosessuali”, ha affermato ieri il ministro della Giustizia Kasiviswanathan Shanmugam, dopo un dibattito di due giorni in Parlamento. Aggiungendo che “devono essere accettati come parte della società proprio come qualsiasi altro singaporiano”. Sebbene la decisione del governo di abrogare la legge miri a stabilire una società più egualitaria e sempre più multiculturale, per ora la legge sul matrimonio non cambierà. La maggior parte dei singaporiani è infatti a favore delle “norme familiari e sociali attuali” in cui questo legame è costituito soltanto dall’unione tra un uomo e una donna.
La sezione 377 del codice penale, eredità del dominio coloniale, continua a esistere in qualche forma in molti paesi dell’Asia, compresi i paesi del sud-est asiatico come la Malesia, il Myanmar e il Brunei. In tutta l’Asia, solo Taiwan ha legalmente riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
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