Un sindaco filippino arrestato per il coinvolgimento nel traffico di droga è rimasto ucciso durante una sparatoria presso la prigione dove era detenuto sabato 5 novembre 2016.
Rolando Espinosa, sindaco della cittadina di Albuera, nella provincia centrale di Leyte, si era consegnato alla polizia in agosto dopo che il presidente Rodrgio Duterte aveva chiesto a lui e al figlio Kerwin di costituirsi.
Espinosa era stato rilasciato, ma il 5 ottobre era tornato in prigione per possesso illegale di sostanze stupefacenti e armi da fuoco.
Secondo la versione ufficiale, la sparatoria è cominciata quando Espinosa e un altro detenuto, Raul Yap, hanno aperto il fuoco contro una squadra dell’anticrimine che era impegnata in una operazione per sequestrare armi e droghe all’interno dell’istituto correttivo.
Le autorità hanno reso noto che verrà avviata un’indagine per chiarire i fatti e le circostanze dell’episodio.
Secondo il rapporto della polizia, nelle celle delle due vittime sono state rinvenute una calibro 45 e una calibro 38, oltre a un sacchetto contenente metanfetamine.
Ma alcuni deputati hanno manifestato una certa preoccupazione per l’omicidio di Espinosa all’interno della sua cella, che si inserirebbe nel quadro delle uccisioni extragiudiziali che si sono moltiplicate nel paese da quando Duterte, eletto il 30 giugno scorso, ha lanciato la sua guerra contro il crimine e il traffico di droga.
Espinosa aveva negato di essere coinvolto nell’attività ma aveva ammesso che il figlio aveva acquistato delle sostanze da un trafficante cinese in prigione. Kerwin è stato arrestato il mese scorso ad Abu Dhabi.
Un altro sindaco era rimasto ucciso durante un conflitto a fuoco con la polizia il 28 ottobre insieme a nove delle sue guardie del corpo. Finora sono morte oltre 2.300 persone nel corso di operazioni di polizia o uccise da presunti vigilantes.
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