I due principali sindacati della Nigeria hanno indetto uno sciopero generale da mercoledì 11 maggio per chiedere al governo di fare marcia indietro su un piano che prevede aumenti del prezzo della benzina fino al 67 per cento.
La scorsa settimana il governo nigeriano aveva annunciato l’intenzione di eliminare un costoso sussidio per favorire l’acquisto della benzina e aumentare il prezzo del carburante.
La Nigeria è alle prese con una delle peggiori crisi economiche degli ultimi decenni, a causa del crollo del prezzo del petrolio che ha messo in pericolo la tenuta dei conti pubblici, per la maggior parte finanziati con l’esportazione del greggio.
L’annuncio ha avuto ricadute politiche immediate perché il sussidio rappresenta per i nigeriani l’unica condizione favorevole da cui traggono realmente beneficio, in un paese che vanta le maggiori riserve di greggio nel continente africano ma che ancora oggi cede gran parte del petrolio esportato sul territorio nazionale.
Nonostante la ricchezza energetica, infatti, la Nigeria è costretta a importare benzina perché non ha raffinerie per lavorare il petrolio estratto nel suo territorio.
Lo sciopero generale avrà una durata indefinita e include anche gli aeroporti, i porti e le banche.
“Consigliamo ai cittadini nigeriani di acquistare cibo a sufficienza per affrontare uno sciopero che durerà a lungo a causa dell’agenda politica neo-liberista del governo”, hanno annunciato i sindacati in una dichiarazione congiunta.
Il governo della Nigeria aveva già provato nel 2012 a eliminare i sussidi per la benzina, ma aveva rinunciato ad applicare questa misura a causa di un’ondata di scioperi e proteste in strada.