“I paesi occidentali dovrebbero riconsiderare le relazioni con l’Egitto, dove le violazioni dei diritti umani hanno raggiunto un livello inaccettabile”.
L’attacco arriva dal New York Times, o meglio dai 19 giornalisti che compongono l’editorial board, il comitato di redazione che rappresenta l’intero consiglio di amministrazione del giornale.
La morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso il 25 gennaio e ritrovato morto in Egitto il 3 febbraio, continua a essere oggetto di analisi sui media internazionali.
A oltre due mesi dal ritrovamento del corpo di Giulio in un fossato sull’autostrada che collega il Cairo ad Alessandria, non sono stati ancora compiuti passi avanti concreti nel tentativo di fare chiarezza sulla vicenda.
In tutto ciò, il governo egiziano ha sempre allontanato da se stesso ogni responsabilità e coinvolgimento, mentre i governi occidentali – compresa l’Italia – hanno continuato a mantenere in piedi (e stringere nuovi) rapporti commerciali con l’Egitto.
Solo ultimamente, a causa dello stallo delle indagini, il governo italiano ha deciso di fare un passo indietro rivalutando i termini dei suoi rapporti privilegiati con il Cairo. Ma anche le altre democrazie occidentali devono riconsiderare questi legami.
Proprio come Stati Uniti, Francia e Regno Unito, anche l’Italia ha aiutato il governo egiziano a fronteggiare l’avanzata dell’Isis e ad affrontare la questione libica. Oltretutto non bisogna dimenticare che l’Italia è uno dei principali partner commerciali dell’Egitto.
In questo frangente così delicato, una volta messi da parte gli interessi economici, l’Italia si è mossa. La decisione, tardiva, del governo italiano di richiamare in patria il suo ambasciatore in Egitto per consultazioni, il vicolo cieco imboccato dalle indagini congiunte sulla morte del ricercatore italiano e la montante indignazione dell’opinione pubblica: sono tutti elementi che hanno in qualche modo costretto il governo italiano a cambiare rotta.
L’Italia ha chiesto agli altri governi europei di mettere sotto pressione l’Egitto. Il governo britannico ha richiesto “un’indagine completa e trasparente” sull’omicidio di Regeni, e lo ha fatto solo dopo una petizione firmata da più di 10mila persone.
Solo il 15 marzo il parlamento europeo, tramite una risoluzione, ha condannato l’uccisione del ricercatore italiano.
Tuttavia, ci sono paesi europei che non si sono ancora pronunciati in questo senso, come la Francia che ha optato per il silenzio.
Anzi, lunedì 18 aprile il presidente francese François Hollande sarà in visita ufficiale al Cairo, dove è prevista la firma di un accordo economico da circa un miliardo di euro.