Tallmadge D’Elia, un uomo di 38 anni, è morto per effetto dell’improvvisa esplosione della sua sigaretta a vapore. Il suo cadavere è stato ritrovato nell’abitazione di famiglia a St.Petersburg, in Florida.
A confermarlo è stata l’autopsia effettuata sul corpo dell’uomo: i componenti della sigaretta hanno sfondato il cranio e il cervello di Tallmadge e provocato scottature sull’80 per cento del corpo, in particolare sull’addome, la schiena, la spalla, un braccio e una mano.
Ad attirare l’attenzione delle forze dell’ordine è stato l’allarme antincendio proveniente dal suo appartamento, entrati in casa hanno scoperto che Tallmadge era a terra senza vita.
Secondo l’US Fire Administration, tra il 2009 e il 2013 ci sarebbero stati 195 diversi episodi di esplosioni e incendi causati da sigaretta elettronica, che hanno provocando 133 lesioni acute, 38 delle quali gravi.
Non è la prima volta che si verifica un episodio simile, ma nessuno dei precedenti era mai stato fatale.
Dal 2000 al 2016, secondo dati ufficiali della Fema, la Federal Emergency Management Agency, un’agenzia del dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti, che svolge funzione di protezione civile, si sarebbero verificate almeno duecento esplosioni di sigarette elettroniche.
“Nel caso di Tallmadge”, ha sottolineato l’esperta Frida Marshall Steven Lawrence, “è come se avesse avuto tra le sue mani un petardo che è improvvisamente esploso non lasciandogli scampo, a causa delle schegge e dei detriti che ha prodotto”.
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