Negli Stati Uniti è scattato un parziale shutdown, ossia il blocco di un quarto delle attività federali per mancanza di fondi. A determinarlo è stato lo stallo sui 5 miliardi di dollari reclamati dal presidente Donald Trump nel bilancio per la costruzione del muro al confine con il Messico.
Al Congresso non si è riusciti a trovare un accordo sul bilancio da approvare entro la scadenza della mezzanotte di venerdì 21 dicembre 2018 (le 6 del mattino di sabato in Italia) e in un video pubblicato su Twitter il presidente ha annunciato lo stop: “Speriamo che non duri a lungo”, ha dichiarato Trump, accusando i democratici di non aver garantito i voti.
Si tratta del terzo shutdown del 2018: da quarant’anni non ce n’erano così tanti in soli dodici mesi.
Alla mezzanotte di Washington sono venuti meno i finanziamenti per un quarto delle agenzie federali, comprese quelle che gestiscono la sicurezza interna, le forze dell’ordine, la raccolta delle tasse, i trasporti e i parchi nazionali che resteranno aperti durante le festività natalizie senza personale.
Gli altri dipartimenti, come il Pentagono, continueranno invece a funzionare regolarmente perché il loro bilancio è stato già approvato, spacchettando il provvedimento.
Trump è rimasto alla Casa Bianca mentre la first lady Melania e il figlio minore Barron sono volati a Mar-a-Lago per le vacanze di Natale. “Cancellato il mio viaggio sull’Air Force One per la Florida in attesa di vedere se i democratici ci aiuteranno a proteggere la frontiera meridionale d’America”, aveva scritto su Twitter il presidente postando una sua foto nello Studio Ovale in posa mentre firma provvedimenti.
Lo shudown scatta poche ore dopo l’annuncio delle dimissioni da segretario alla Difesa di Jim Mattis, l’uomo che aveva fatto da garante con gli alleati sulla politica di sicurezza americana e che ha fatto sapere che a fine febbraio 2019 lascerà l’incarico per una mancata “sintonia” con Trump sul ritiro delle truppe Usa da Siria e Afghanistan.
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