“Saremo costretti a chiudere completamente il confine meridionale se i Democratici ostruzionisti non ci daranno i soldi per finire il muro e per cambiare le ridicole leggi sull’immigrazione che il nostro paese ha”.
Questa la minaccia ben poco velato che il presidente Trump ha lanciato via Twitter, addossando la colpa dello shutdown all’opposizione, accusata di non voler permettere alla sua Amministrazione di costruire il muro al confine con il Messico.
Lo shutdown americano è quindi destinato a continuare, almeno parzialmente, anche per il 2019. Nei giorni scorsi sembrava che fosse possibile raggiungere un accordo per evitare questo scenario, ma così non è stato.
Il presidente Trump ha continuato a insistere sul fatto che lo shutdown sarebbe continuato fino a quando il Congresso non avrebbe deciso di fornire i miliardi necessari per la costruzione del muro al confine con il Messico, fondamentale secondo il Tycoon per combattere l’immigrazione clandestina.
Lo scontro tra il presidente e l’opposizione dei Democratici è quindi culminata il 21 dicembre con il tanto temuto shutdown, dopo che il Congresso non è riuscito a trovare un accordo sul bilancio da approvare entro la scadenza della mezzanotte.
Alla mezzanotte di Washington sono quindi venuti meno i finanziamenti per un quarto delle agenzie federali, comprese quelle che gestiscono la sicurezza interna, le forze dell’ordine, la raccolta delle tasse, i trasporti e i parchi nazionali che resteranno aperti durante le festività natalizie senza personale.
Cos’è lo shutdown – Con il termine shutdown, tradotto letteralmente in “spegnimento” o “arresto”, si indica nel lessico giornalistico il blocco delle attività amministrative negli Stati Uniti.
Si verifica quando nel Congresso non c’è accordo sull’approvazione dei finanziamenti ai vari dipartimenti (paragonabili ai nostri ministeri) e quindi si ha una mancanza di fondi per le spese del Governo federale.
In particolare, lo shutdown è una procedura prevista dall’Antideficiency Act e prevede che, senza l’approvazione degli stanziamenti, le attività governative non essenziali debbano essere sottoposte a un blocco fino all’approvazione di un rifinanziamento da parte del Congresso.
Nella storia degli Stati Uniti questa “paralisi amministrativa” è scattata nel 1980, nel 1990, nel 1995, nel 1996, nel 2013 e nel 2018.
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