Più di 62 operai rischiano di morire per ogni partita giocata durante i mondiali in Qatar del 2022. È questa la denuncia del movimento Play Fair Qatar che, insieme all’International Trade Union Confederation e il gruppo NewFifaNow, ha lanciato una campagna per puntare i riflettori sulle condizioni disumane in cui vivono i migranti impegnati nei lavori per i mondiali.
“La Fifa e i suoi sponsor non possono lavarsi le mani e ignorare quello che sta succedendo. Hanno la responsabilità morale di assicurarsi che in Qatar si metta fine agli abusi dei diritti umani”, ha detto al The Independent Stephen Russell di Play Fair Qatar.
Gli operai si lamentano di essere sottopagati o di ricevere lo stipendio con mesi di ritardo. Le condizioni di sicurezza nei cantieri sono inadeguate e le vittime di incidenti sul lavoro non ricevono alcun risarcimento.
Il governo del Qatar ha ammesso che ogni mese, in media, muoiono 40 operai. Ma secondo quanto riporta il sito Play Fair Qatar, il numero potrebbe essere di gran lunga maggiore.
Molti degli operai migranti sono vittime di incidenti causati in larga parte dalla scarsa sicurezza nei cantieri, ma ci sono stati anche numerosi decessi a causa di infarto, provocati dai lunghi turni di lavoro in condizioni climatiche particolarmente avverse.
Secondo l’organizzazione sindacale International Trade Union Confederation, da oggi alla fine dei lavori, su un totale di 1.5 milioni di operai, moriranno oltre 4mila persone se le cose non cambieranno. Una media di 62 operai a partita.
Nel maggio 2014, sotto le pressioni della Fifa e della comunità internazionale, il governo del Qatar promise di introdurre riforme nel settore del lavoro. Da allora, secondo un rapporto di Amnesty International del 21 maggio, è cambiato ben poco: il Qatar sta “facendo poche promesse e ancora meno le sta rispettando”.
Domenica 24 maggio anche il governo del Nepal ha criticato duramente il Qatar, in seguito al rifiuto di rilasciare il visto agli operai nepalesi coinvolti nella costruzione degli stadi.
Gli operai avevano chiesto di poter partecipare ai funerali dei familiari vittime del devastante terremoto, che lo scorso 25 aprile ha causato oltre 8mila vittime, ma sono rimasti bloccati in Qatar.
Circa 400mila dei migranti che lavorano in Qatar sono nepalesi. Per la prima volta, il Nepal ha puntato il dito pubblicamente anche contro la Fifa e i suoi sponsor, chiedendo loro di mettere sotto pressione il Qatar affinché migliorino le condizioni dei lavoratori e introducano maggiori controlli nei cantieri.
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