Il Cile si avvia verso le elezioni presidenziali del prossimo 17 novembre. L’ex presidente Michelle Bachelet dovrà sfidare la candidata del centro-destra, l’ex ministro del Lavoro Evelyn Matthei, la cui candidatura sarà ufficializzata il 3 agosto.
Matthei, figlia di un generale dell’aviazione membro della giunta militare di Augusto Pinochet, è rimasta la candidata principale del centro-destra dopo il ritiro di Pablo Longueira. Sarà la prima candidata donna di destra della storia del Cile.
La sua candidatura non era vista di buon occhio a causa del suo coinvolgimento in uno scandalo riguardo le intercettazioni telefoniche 21 anni fa. Non solo, anche all’interno del suo blocco politico non è vista di buon occhio la sua posizione favorevole nei confronti dell’aborto. “È una violenza assolutamente inaccettabile contro le donne che lo Stato le obblighi a portare la gravidanza fino alla fine”, ha detto.
Michelle Bachelet rimane comunque la favorita. Lei, la prima donna a diventare presidente in Cile, un’eroina in patria per aver affrontato torture e l’esilio durante il regime militare, è ben vista dalla comunità internazionale per essere stata direttrice dell’agenzia per la parità di genere e l’empowerment femminile dell’Onu.
Bachelet ha promesso di affrontare la forte disuguaglianza economica del Cile aumentando le imposte sulle aziende per finanziare l’istruzione universitaria. Vuole anche legalizzare l’aborto in alcuni casi e riformare la costituzione che ancora abbraccia la dittatura dell’epoca. Ma Evelyn Matthei ha dichiarato che “il presidente Bachelet è totalmente vincibile”. Nonostante i sondaggi unilaterali, la candidata non si perde d’animo e dichiara: “Io sono già al lavoro”.
Una sfida tra due donne. Inedita. Donne della stessa generazione, la Bachelet del ’51 e Matthei del ’54. La prima laureata in medicina, la seconda in ingegneria. Chi le conosce, le descrive come due donne tutte d’un pezzo e con un carattere di ferro.