La polizia turca ha ucciso sette militanti dell’Isis in un raid contro alcune abitazioni utilizzate come basi delle operazioni in Siria da una delle cellule del sedicente Stato islamico a Diyarbakir, in Turchia, la mattina del 26 ottobre.
Il vice primo ministro della Turchia Numan Kurtulmus ha dichiarato che nel raid sono morti anche due poliziotti turchi, a causa di un’esplosione innescata dalla loro irruzione in una delle case.
Circa 12 persone sospettate di essere militanti dell’Isis sono state fermate e cinque poliziotti sono rimasti feriti nel raid.
Secondo il vice primo ministro turco, la polizia ha condotto questa operazione sulla base di informazioni che alcune agenzie di sicurezza turche avrebbero iniziato a raccogliere venerdì 23 ottobre.
Kurtulmus ha anche definito quest’operazione fondamentale, poiché un’importante cellula dell’Isis è stata neutralizzata.
Potrebbe esserci un collegamento tra l’operazione di questa mattina e l’attacco terroristico che causò la morte di 102 persone ad Ankara sabato 10 ottobre.
Il governo turco è stato più volte accusato di aver ignorato le cellule dell’Isis presenti in Turchia e le critiche sono aumentate dopo la diffusione della notizia che uno dei terroristi dell’attacco di Ankara fosse noto alle autorità come potenziale attentatore suicida.
Il Presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che ci sarebbe un insieme di gruppi terroristici, tra cui Isis, i ribelli curdi in Turchia e altri, dietro all’attacco di Ankara, ma molti analisti trovano improbabile che sia effettivamente così, dato che diverse vittime dell’attentato erano proprio attivisti curdi.
Il vice primo ministro Numan Kurtulmus ha riferito che le autorità stanno cercando di identificare i militanti uccisi nell’operazione di questa mattina per poter stabilire se vi siano dei collegamenti tra loro e i militanti del sedicente Stato islamico presenti in altre città turche.
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