Per quanto i gusti sessuali di David Bowie non avessero
nulla a che fare con la genialità della sua musica, è indubbio che i temi della
confusione tra i sessi, dell’ambiguità di genere e della trasgressione siano stati fin
dagli inizi molto presenti nell’opera del cantante britannico scomparso il 10 gennaio 2016.
Come però hanno fatto notare alcuni commentatori stranieri, durante le commemorazioni e gli articoli che hanno fatto seguito alla morte del Duca Bianco si è preferito sorvolare, almeno oltreoceano, sulla portata rivoluzionaria della sua figura come esempio per l’accettazione della comunità omosessuale, così come sul fatto che Bowie sia stata la prima rockstar mondiale a dichiarare di essere gay.
A dare la notizia fu lo stesso Bowie, quando il 22 gennaio 1972 dichiarò durante un’intervista al Melody Maker “Sono gay e lo sono sempre stato, anche quando ero solo David Jones”, ovvero il suo nome di battesimo. Fu una dichiarazione rivoluzionaria per l’epoca, visto che fino ad allora nessuna rockstar aveva mai ammesso pubblicamente la sua omosessualità, tanto più che la società (e il Regno Unito in particolare) aveva atteggiamenti ancora molto repressivi nei confronti della comunità gay, costretta alla clandestinità.
Ed effettivamente proprio come icona gay Bowie è stato spesso considerato durante la sua carriera, nonché pioniere della libertà d’espressione della sessualità, benché venne in seguito accusato da alcuni di approfittare di quest’immagine fittizia pur non essendo genuinamente un membro della comunità LGBT.
Sulla sessualità di Bowie si è discusso fin dai tempi dei
suoi primissimi dischi, come The Man Who
Sold the World, del 1971, che in copertina lo vedeva indossare un vestito
da donna e portare capelli lunghissimi. L’anno successivo, al tempo di uno dei
suoi più grandi successi, Ziggy Stardust,
il cantante sfoggiava poi capelli rosso fuoco e tute attillatissime dai colori
accesi, senza tralasciare atteggiamenti ammiccanti nei confronti del suo
chitarrista dell’epoca, Mick Ronson.
Queste dichiarazioni erano allo stesso tempo rese piuttosto incongruenti dal
matrimonio che all’epoca legava Bowie a Angela Barnett, dal quale nel 1971 era
anche nato il figlio Duncan Jones, oggi affermato regista.
Nel 1976, durante un’intervista a Cameron Crowe di Playboy, Bowie corresse il tiro
affermando “È vero: sono bisessuale. Ma non posso negare di aver usato molto
bene questo fatto. Probabilmente è la cosa migliore che mi sia mai capitata. Per
esempio, ho tutte queste ragazze che credono che io abbia mantenuto una
verginità eterosessuale, e cercano di portarmi dall’altra sponda, e io
approfitto volentieri della cosa. Quando avevo quattordici anni, il sesso
diventò qualcosa di importantissimo per me, non importava con chi“.
Ancora nel 1979, fu possibile vederlo vestito
da donna nel video di Boys Keep Swinging,
che destò un certo scandalo pur essendo interpretato con grande autoironia e
senza intenti particolarmente trasgressivi.
Le cose cambiarono nuovamente nel 1983, quando Bowie ottenne
il successo planetario con Let’s Dance,
che lo vedeva ormai sempre più privo di elementi androgini, basti pensare al
video di China Girl, che lo vedeva
amoreggiare con una ragazza cinese, all’epoca sua fidanzata.
Nello stesso
periodo il cantante ebbe inoltre una storia con l’attrice Susan Sarandon,
co-protagonista del film Miriam si
sveglia a mezzanotte.
Durante la promozione del disco, Bowie fece sapere a Rolling Stone che dichiararsi bisessuale
dieci anni prima era stata “la cosa peggiore che avesse mai fatto”.
Parole
ribadite nel 1993, sempre alla rivista americana, quando disse: “Credo di
essere sempre stato segretamente eterosessuale” e “Non ho mai sentito di essere un
vero bisessuale. Era più che altro un mettermi alla prova, qualcosa che dovevo
fare per impersonare Ziggy, ma non mi ci trovavo a mio agio. Quella fase durò
fino al 1974, morì più o meno insieme al personaggio di Ziggy”.
Nel 1992 Bowie ha poi sposato la modella somala Iman
Abdulmajid, con la quale il matrimonio è durato fino alla morte di lui.
Resta il fatto che, nonostante le accuse e le smentite successive, non si può svalutare il suo coraggio nel presentarsi al mondo con un’immagine che nel mondo del rock, e non solo, non prometteva affatto di facilitargli la carriera, e che anzi poteva privarlo di una larga fetta di pubblico. Bowie fu in ogni caso capace di far giocare a proprio favore la sua visibile “diversità”, portandola agli estremi fino a fare di sé un alieno dalla sessualità inafferabile, e in questo modo sdoganò per moltissimi l’omosessualità, la bisessualità e tanti tipi di diversità che divennero un punto di forza da esibire e non più una vergogna da nascondere.