La Serbia ha deciso di aprire a tutti la possibilità di vaccinarsi contro il Covid-19, anche a chi non ha mai messo piede nel Paese. La notizia, circolata nei giorni scorsi, ha convinto molti stranieri – tra i quali anche numerosi italiani – a mettersi in viaggio verso Belgrado per potersi immunizzare. Secondo quanto raccontato da chi lo ha già fatto, la procedura è molto semplice, a riferirlo è la stessa Ambasciata d’Italia a Belgrado.
“Per vaccinarsi in Italia, tutti i connazionali regolarmente iscritti al Sistema Sanitario Nazionale potranno essere progressivamente inclusi nelle campagne di vaccinazione realizzate in Italia. Per aderire alle possibilità di vaccinazione in Serbia, dall’11 gennaio anche i cittadini stranieri (con o senza permesso di soggiorno), oltre a quelli serbi, possono esprimere il loro interesse per la vaccinazione contro Covid-19 compilando un semplice questionario sul Portale eGovernment (eUprava)”, si legge sul sito dell’ambasciata italiana a Belgrado, dove viene segnalato che il portale è a disposizione “solo in lingua serba”. Per quanto riguarda la scelta del tipo di vaccino, “è possibile esprimere anche una scelta multipla”.
Quindi, inserendo i propri dati personali e gli estremi per essere ricontattati, si potrà anche scegliere quale vaccino ricevere: Pfizer-BioNtech, Sputnik V, Sinopharm, AstraZeneca e Moderna. Una volta inviata la richiesta non resta che aspettare: si verrà scelti in base alla selezione dell’Istituto della salute pubblica serbo (il nostro ministero). Nel modulo, infatti, viene anche chiesto se si hanno malattie particolari. Iscritti alla lista d’attesa della Serbia, la risposta potrebbe arrivare in qualsiasi momento, via sms o via mail. C’è chi racconta di essere riuscito a vaccinarsi in sole quarantotto ore, con Pfizer, dopo aver effettuato la richiesta. L’operazione della Serbia – che è tra i Paesi che, insieme a Israele, è partito meglio nella campagna di vaccinazione – guarda al lungo termine.
Il boom di richieste negli ultimi giorni ha intensificato anche le telefonate con il ministero della Salute in patria. Dal consolato vogliono capire se a Belgrado sono pronti a gestire un’eventuale impennata di prenotazioni. “Chi scrive ci chiede la procedura, le tempistiche — spiega al Corriere Radmila Selakovic, da due anni console della Serbia a Milano —. L’iscrizione online non equivale a un appuntamento vero e proprio, ma è solo una richiesta di adesione che poi verrà gestita in base alla lista di attesa. Per ora i vaccini ci sono e sono gratuiti anche per gli stranieri con o senza permesso di soggiorno”.
“Avvocati, imprenditori, liberi professionisti, anche studenti che mettono a fuoco un nuovo orizzonte di viaggio”, prosegue Selakovic, “Scrivono persino medici o sanitari italiani che hanno saltato il primo giro riservato in Italia e che si informano, perché se costretti a vaccinarsi preferirebbero l’opzione Sputnik, emigrando nei Balcani”.
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