Ancora una strage in Serbia. Almeno otto persone sono state uccise e 13 ferite nelle scorse ore in una sparatoria a sud di Belgrado. La tragedia si è verificata il giorno dopo la sparatoria in una scuola della capitale che ha causato nove morti. L’ultimo attacco è avvenuto nella tarda serata di ieri, vicino alla città di Mladenovac, quando un giovane ha aperto il fuoco con un’arma automatica da un veicolo in movimento ed è poi fuggito.
Sette dei feriti sono in gravi condizioni. Poco dopo una forte presenza di agenti ha circondato la zona, anche con elicotteri e droni. La polizia ha arrestato il presunto autore: è un giovane ragazzo di 21 anni, Uros B., che era riuscito a fuggire. Ma è stato individuato e fermato, dopo una caccia all’uomo che ha coinvolto ben 600 agenti di polizia. Il ministro degli Interni, Bratislav Gašić, ha definito l’attacco come un “atto di terrorismo”. Il direttore dell’agenzia di intelligence BIA, Aleksandar Vulin, e il ministro della salute Danica Grujičić hanno visitato i feriti in ospedale.
L’autore dell’attacco, Uros B., è stato bloccato e arrestato nei pressi di Kragujevac, città industriale a circa 150 chilometri a sud di Belgrado. Da oggi in Serbia e fino a domenica è stato proclamato il lutto nazionale per la strage nella scuola di Belgrado, dove il 2 maggio un 13enne, sparando con la pistola del padre, ha ucciso otto allievi del suo stesso istituto e una guardia giurata, ferendo altri sei coetanei e una insegnante.