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    Serbia: nominato vice premier l’ex capo dell’intelligence sanzionato dagli Usa

    Credit: AP Photo

    Aleksandar Vulin è oggetto di sanzioni da parte del Dipartimento del Tesoro di Washington per le sue attività in favore della Russia

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 3 Mag. 2024 alle 17:04 Aggiornato il 3 Mag. 2024 alle 17:05

    L’ex direttore dell’intelligence serba Aleksandar Vulin, accusato di legami con il Cremlino e oggetto di sanzioni da parte degli Stati Uniti, è da ieri uno dei vice premier di Belgrado.

    La nomina arriva dopo la contestata vittoria del Partito progressista serbo (Sns) del presidente Aleksandar Vucic alle elezioni della fine dello scorso anno, seguite da settimane di proteste e azioni legali da parte dell’opposizione per presunte frodi commesse dal movimento al potere.

    Vulin, tra le numerose figure politiche nominate in settimana nel nuovo governo, serve come vice del primo ministro Milos Vucevic, alleato di lunga data di Vucic ed ex ministro della Difesa. La sua nomina è stata approvata con 152 voti favorevoli su 250 dal Parlamento.

    Ex direttore dell’Agenzia di Intelligence e Sicurezza (Bia), negli ultimi dieci anni Vulin è già stato ministro dell’Interno, della Difesa e del Lavoro. A luglio scorso però, il Dipartimento del Tesoro Usa sanzionò il politico serbo per i suoi “atti corrotti e destabilizzanti” che sostengono le “attività maligne” della Russia nei Balcani.

    Vulin, secondo Washington, avrebbe “usato le sue posizioni pubbliche per sostenere Mosca, facilitando le attività maligne della Russia che degradano la sicurezza e la stabilità dei Balcani occidentali e fornendo al Cremlino una piattaforma per aumentare la sua influenza nel Paese e in tutta la regione”. Di fronte alle pressioni degli Stati Uniti, già irritati dal rifiuto della Serbia di unirsi alle sanzioni decise contro la Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina, l’ex capo dell’intelligence serba si era dovuto dimettere a novembre.

    “Gli Stati Uniti e l’Unione europea chiedono la mia testa per non imporre sanzioni alla Serbia”, aveva dichiarato poco dopo le sue dimissioni da direttore dei servizi segreti. Vulin è considerato un sostenitore della “Grande Serbia“, che promuove l’unione politica di tutti i serbi a prescindere da dove risiedano. Alcune sue dichiarazioni in questo senso pronunciate durante una manifestazione nell’estate del 2021 suscitarono scalpore, visto che allora serviva come ministro degli Interni. Nuove polemiche sorsero poi nell’agosto 2022 quando, sempre da ministro, visitò Mosca a pochi mesi dall’inizio dell’invasione russa confermando il rifiuto delle sanzioni.

    La Serbia è candidata ad aderire all’Unione europea dal 2012 ma dipende quasi interamente dal gas russo per il suo fabbisogno energetico. Il governo del Paese, pur condannando l’aggressione russa in diverse occasioni alle Nazioni Unite, non si è mai allineato alla linea politica di Bruxelles o di Washington nei confronti del Cremlino, considerato un alleato storico di Belgrado.

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