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    È stata aumentata la condanna in appello per l’ex presidente brasiliano Lula

    Lula fu arrestato nel marzo 2016 nell’ambito di un'inchiesta per frode e corruzione che ha coinvolto la società petrolifera di stato, la Petrobras

    Di Gianluigi Spinaci
    Pubblicato il 24 Gen. 2018 alle 19:59 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:28

    I giudici della Corte d’appello hanno aumentato la condanna a 12 anni e un mese di reclusione per corruzione nei confronti dell’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva.

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    A questo punto per Lula sarà quasi impossibile ricandidarsi per la terza volta alle prossime elezioni, dopo aver ricoperto la carica presidenziale dal 2003 al 2010.

    Migliaia di persone hanno atteso la sentenza di fronte al tribunale di Porto Alegre, città dove si è svolto il processo.

    L’ex presidente fu arrestato nel marzo 2016 nell’ambito di un’inchiesta di frode e corruzione che ha coinvolto la società petrolifera di stato, la Petrobras.

    Lula, che appartiene al Partito dei Lavoratori, ha lasciato l’incarico presidenziale nel 2011, sostituito da Dilma Roussef, sua erede politica.

    Lula ha sempre respinto tutte le accuse di corruzione mosse a suo carico, sostenendo che farebbero parte di un disegno politico atto a danneggiare lui e il suo partito.

    L’operazione Car Wash, così è stata chiamata l’inchiesta, è nata nel 2014 e ha portato a oltre 30 mandati di perquisizione e oltre 1o mandati di arresto negli stati di Rio de Janeiro, San Paolo e Bahia.

    Lula è stato indagato insieme alla moglie, Marisa Leticia, in merito alla proprietà di un attico vista mare nell’esclusiva località di Guaruja, nello stato di San Paolo.

    Il 14 settembre 2016 il pubblico ministero brasiliano Deltan Dallagnol ha dichiarato che “Lula era il direttore di un’orchestra criminale. Lo schema di Petrobras consentiva di mantenere al potere il Partito dei Lavoratori attraverso pratiche illecite”, defininendo quelli guidati da Lula dal 2003 al 2010 come “governi della tangentocrazia”.

    Lo scandalo Petrobras è stato anche la causa della destituzione dalla presidenza di Dilma Rousseff, scelta da Lula come successore e messa in stato d’accusa dal parlamento per aver nascosto falle nel bilancio per favorire il suo partito.

    Nel luglio 2017 per Lula era arrivata la condanna in primo grado a nove anni e mezzo di carcere per corruzione e riciclaggio di denaro.

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