Segregata in uno scantinato buio e violentata per cinque lunghi anni. Una donna è stata ridotta in schiavitù dal marito, che, insieme ai suoi fratelli, abusava della moglie ripetutamente, non permettendole di lasciare lo scantinato della casa in cui vivevano. I fatti sono accaduti a Parszczyce, un piccolo villaggio situato nel Voivodato di Pomerania, nel nord della Polonia, tra il 2006 e il 2019.
Le indagini hanno portato alla luce una situazione drammatica. La donna veniva venduta dal marito ai fratelli di lui, che lo pagavano per avere rapporti sessuali con la moglie. Inoltre la donna veniva picchiata in continuazione ed era costretta dal marito a restare sola per lunghi periodi, senza mangiare o con pochissimo cibo. Le mani legate dietro la schiena e in ginocchio, la donna era obbligata a nutrirsi piegata su se stessa, senza la possibilità di utilizzare le mani, né di prendersi cura in alcun modo di sé.
A peggiorare la situazione, come riportano i media locali, il fatto che il marito vendesse la moglie a fratelli e conoscenti, che, in qualsiasi momento, erano liberi di scendere nello scantinato e abusare della donna, fatta prostituire dal marito per quattro euro a prestazione sessuale.
Le indagini sono scattate quando la donna ha denunciato la situazione alle forze dell’ordine. È riuscita a scappare dallo scantinato in cui veniva nascosta e a raggiungere telefonicamente la madre, preoccupata per la vita delle sue figlie. Una di loro, a soli quattro anni, aveva già subito violenze sessuali dal padre. L’uomo è stato arrestato e condannato a 25 anni di carcere, mentre gli altri uomini coinvolti nella terribile vicenda sono stati condannati a 15 anni di carcere, complici delle violenze perpetrate ai danni della donna.