L’inviato speciale degli Stati Uniti per la coalizione internazionale
anti-Isis, Brett McGurk, ha dichiarato che “gli estremisti dell’Isis stanno
perdendo il controllo del loro territorio in Siria e in Iraq” e che “il
perverso califfato è ormai sulla difensiva”.
Secondo McGurk, l’inversione di tendenza è iniziata dopo
l’ultima significativa vittoria dell’Isis, ovvero con la conquista della città
di Ramadi un anno fa, poi di nuovo persa nel dicembre 2015.
La nuova “strategia sostenibile” adottata dalla coalizione
internazionale si è rivelata vincente. Questa prevede un approccio che unisce attacchi
aerei di alta precisione sincronizzati, lavoro di intelligence, cyber-sicurezza
e contro-propaganda. McGurk ha sottolineato l’impegno di tutte le forze
alleate, mettendo in risalto il ruolo decisivo delle forze aeree giordane.
I bombardamenti hanno portato alla conquista di città
strategiche come Shadadi, nel nordest della Siria, da parte di forze curde e
arabe. L’Isis mantiene il controllo di Raqqa in Siria e Mosul in Iraq, ma
l’inviato speciale statunitenseha annunciato una campagna di pressione sulla
città siriana nei prossimi mesi.
Inoltre, la coalizione ha ripetutamente
colpito i depositi finanziari del califfato, costringendolo a dimezzare la paga
dei combattenti. Crescono quindi le loro defezioni e il malcontento.
Le gravi perdite riportate hanno costretto l’Isis a cambiare
strategia e intensificare le operazioni a bassa intensità militare. Solo
durante la scorsa settimana, gli attacchi rivendicati dal gruppo terrorista
hanno causato più di cento morti. Domenica 15 maggio, tre uomini del califfato si
sono fatti esplodere in un impianto di gas, uccidendo 14 persone tra operai e
forze di sicurezza.
La situazione rimane preoccupante in Libia, dove l’Isis è
avvantaggiato dalle divisioni interne che impediscono al governo di accordo nazionale
di stabilizzarsi alla guida del paese.
Oggi lunedì 16 maggio i ministri degli esteri
di Stati Uniti, paesi europei e paesi mediorientali si incontreranno a Vienna per
offrire supporto al governo libico e adottare una strategia di contenimento
simile a quella già intrapresa in Siria e Iraq.
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