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    Un secondo carico di aiuti umanitari è arrivato a Daraya in Siria

    Si tratta della prima consegna di cibo e farine agli abitanti della città assediata dalle forze governative. In precedenza erano stati distribuiti solo medicinali

    Di TPI
    Pubblicato il 10 Giu. 2016 alle 11:24 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:08

    Un convoglio carico di aiuti alimentari è entrato nella città di Daraya controllata dalle forze governative a ovest di Damasco. Lo hanno reso noto venerdì 10 giugno fonti della Mezzaluna Rossa siriana, citati dall’agenzia AFP. 

    “Nove camion sono entrati nella città assediata pronti a scaricare generi alimentari, merci secche, farine, ma anche aiuti non alimentari e medici”, ha annunciato il direttore operativo della Mezzaluna Rossa in Siria, Tamam Mehrez. “Ma il carico sarà sufficiente per un mese per coprire le necessità di almeno 8mila abitanti che vivono nella città sotto assedio”, ha precisato Mehrez. 

    Si tratta della prima effettiva consegna di aiuti alimentari nella città di Daraya sotto assedio dal 2012. Un primo carico di aiuti umanitari era stato inviato all’inizio di giugno, ma si trattava solo di una quantità ridotta di medicine e di altri generi non alimentari. Mentre, il carico giunto venerdì nella città di Daraya portava anche cibo e farine.

    La città di Daraya è stata la prima dove si segnalarono i primi focolai di protesta contro il governo di Bashar al-Assad. 

    Nel mese di aprile, le Nazioni Unite hanno reso noto che almeno 4mila persone sono state costrette a vivere sotto assedio delle forze governative siriane nella città di Daraya. 

    Mentre, giovedì 9 giugno, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan de Mistura, ha dichiarato che il governo siriano aveva dato il permesso per la consegna di aiuti umanitari in 19 zone assediate, dove si stima vivano almeno 600mila persone. 

    “Non ci sono molti residenti in attesa di convogli, perché non credono più nelle promesse”, ha dichiarato un abitante di Daraya citato da AFP. “E proprio a causa dei bombardamenti sulla città, la gente ha paura a uscire di casa e riunirsi in gruppi”. 

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