Una dozzina di ragazze curve sui libri, i fazzoletti bianchi in testa che brillano nella penombra, leggono, studiano, inseguono l’educazione con la speranza di ottenere un giorno una laurea e un lavoro.
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Una di loro è in piedi, con lo sguardo rivolto altrove, fuori campo, probabilmente sta guardando l’insegnante o forse osserva il mondo fuori dalla stanza immersa nei sogni.
Questo è quello che si può percepire osservando la fotografia realizzata dalla reporter Monika Bulaj, che ha ritratto le studentesse afghane tornate in classe nel 2009 dopo la caduta dei talebani in seguito all’intervento militare degli Stati Uniti, come risposta all’attentato terroristico alle Twin Towers di New York dell’11 settembre.
La foto sembra quasi un quadro, che raffigura la più grande scuola statale per ragazze in Afghanistan, nella città di Herat.
La fotografia è parte del lavoro “La luce nascosta dell’Afghanistan” che raccoglie gli scatti di Monika Bulaj.
È una grande conquista che le ragazze siano riuscite a tornare sui banchi nella scuola di Herat, gestita dal governo.
I soggetti scelti dalla fotografa sono gli afghani devastati dalla guerra e da anni di occupazione militare, in particolare le donne, a cui è stata preclusa l’istruzione e la possibilità di lavorare dai talebani.
L’immagine, è stata selezionata per il progetto fotografico The Aftermath Project, che raccoglie scatti che documentano le zone colpite dai conflitti, poi raccolte nel libro War is only half the story.
Le foto sono accompagnate da versi tratti dalle poesie del premio Nobel polacco Wisława Szymborska, che ha vissuto due guerre mondiali.
Il libro, curato dalla fotografa Sara Terry e il designer Teun van der Heijden, è pubblicato a partire da febbraio da Dewi Lewis.