La Scozia chiede un secondo referendum sull’indipendenza dal Regno Unito
La Scozia non ha nessuna intenzione di uscire dall’Unione Europea e per questo motivo chiede di indire un secondo referendum sull’indipendenza dal Regno Unito.
Dopo i risultati delle elezioni, che hanno visto il trionfo del conservatore Boris Johnson (qui il suo profilo), ma anche il boom dello Scottish National Party, che ha ottenuto 48 seggi, 13 in più rispetto all’ultima tornata elettorale, la prima ministra scozzese Nicola Sturgeon ha deciso di sfidare Londra, rilanciando la richiesta di un secondo referendum sulla secessione della Scozia.
“La democrazia deve prevalere e prevarrà” ha affermato la premier motivando, così, la volontà della Scozia di restare nella Ue.
Anche la tempistica non è casuale. Mentre a Londra, nella giornata di giovedì 19 dicembre, la regina Elisabetta II si recava a Westminster per inaugurare il nuovo parlamento e leggere il programma del neonato governo Johnson, la Sturgeon inviava a Downing Street un documento di oltre 40 pagine, dal titolo “Il diritto della Scozia a scegliere”, in cui vengono presentate le ragioni per cui è “giusto e democratico” che ci sia un secondo referendum per l’indipendenza della Scozia al Regno Unito.
Per riuscirci, però, Nicola Sturgeon deve modificare la Scotland Act, la legge varata nel 1998 che concede l’autonomia alla Scozia.
Allo stato attuale delle cose, infatti, solo il governo centrale può decidere se indire o meno un nuovo referendum e Boris Johnson ha già chiuso la questione affermando di non avere nessuna intenzione di accontentare le nuove richieste della Scozia.
Il premier britannico, infatti, ritiene che gli scozzesi si siano già espressi a riguardo, quando, nel 2014, scelsero con il 55 per cento dei voti, di restare parte del Regno Unito.
Secondo la leader dello Scottish National Party, però, le recenti elezioni hanno “messo in chiaro che la Scozia non vuole un Governo conservatore guidato da Boris Johnson che ci porti fuori dalla Ue. Il futuro che abbiamo respinto ci verrà imposto se non avremo la possibilità di prendere in considerazione l’alternativa dell’indipendenza”.
La premier, infatti, ha ricordato che due terzi degli scozzesi nel referendum del 2016 sulla Brexit hanno votato per restare nell’Unione Europea, sottolineando anche i numeri espressi alle recenti elezioni del Regno Unito.
Oltre al già citato exploit dello Scottish National Party, infatti, in Scozia i conservatori hanno perso 7 dei 13 seggi che avevano.
Ecco perché secondo Nicola Sturgeon sarebbe ingiusto se la Scozia venisse “trascinata fuori dall’Europa contro la sua volontà”.