Almeno 16 persone sono morte e 55 sono rimaste ferite in seguito agli scontri scoppiati nelle prime ore di lunedì 15 gennaio a Tripoli, nei pressi dell’aeroporto Mitiga.
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Lo ha riferito al giornale egiziano Youm7 il direttore dell’ospedale civile della capitale libica, Abdel Daim al Rabiti.
Secondo altre fonti, ci sarebbe diverse vittime tra i miliziani del Radaa che si occupavano della protezione dell’aeroporto e della prigione presente all’interno, obiettivo principale degli assalitori.
Gli scontri sono scoppiati tra la brigata del distretto di Tajura, un gruppo fedele al governo di Tripoli e la Special Deterrent Force, (SDF), un’altra formazione affiliata all’amministrazione legittima guidata dal primo ministro Fayez al-Sarraj.
I voli provenienti da e diretti a Tripoli sono stati sospesi con la compagnia aerea Afriqiyah Airways che ha annunciato che i propri velivoli presenti all’aeroporto di Mitiga rimarranno a terra fino alla cessazione dei disordini.
Delle testimonianze riportate dal Libyan Express hanno riferito che nell’area sono stati avvertiti colpi “di armi pesanti”.
Diverse famiglie sono rimaste intrappolate all’interno delle proprie abitazioni nella zona dei combattimenti.
Tutti gli studenti delle scuole dell’area sono tornati alle proprie case e le strade interessate dai combattimenti, nell’area tra la spiaggia, l’aeroporto e la zona di Bab Tajura, sono state chiuse al traffico.
Il governo libico ha dichiarato che l’obiettivo dell’attacco condotto dai miliziani era quello di liberare un gruppo di terroristi dell’Isis e altri criminali detenuti presso il carcere gestito dalla Special Deterrence Force, (SDF).
“Proclamiamo lo stato di emergenza a Tripoli finché il personale di sicurezza non riuscirà a porre fine agli scontri che stanno terrorizzando i residenti intorno all’aeroporto Mitiga”, si legge nel comunicato del governo di Tripoli.
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