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    Scandalo Bruxelles, 60 europarlamentari nel mirino dei pm: “Gli italiani pagati dai servizi segreti del Marocco”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 15 Dic. 2022 alle 11:25

    Scandalo Bruxelles, 60 europarlamentari nel mirino dei pm: “Gli italiani pagati dai servizi segreti del Marocco”

    Una “rete” che lavora “per conto” del Marocco e del Qatar. Sarebbe stato questo il punto di partenza delle indagini che stanno travolgendo Bruxelles e, secondo quanto riporta la stampa greca, potrebbero arrivare a coinvolgere “60 eurodeputati”. L’inchiesta, secondo una ricostruzione di La Repubblica, sarebbe partita dagli accertamenti fatti dall’intelligence belga con l’assistenza dei servizi di altri paesi europei sulle attività di Marocco e Qatar. i principali referenti, secondo il quotidiano romano, sarebbero l’ex eurodeputato Antonio Panzeri e Francesco Giorgi, compagno dell’ormai ex vicepresidente del parlamento europeo Eva Kaili, oltre al parlamentare europeo Andrea Cozzolino (eletto con il Partito democratico), di cui Giorgi è assistente. I tre avrebbero collaborato con i servizi marocchini incontrandone anche il capo Mansour Yassine, direttore generale della Direction générale des études et de la documentation (Dged). Cozzolino lo avrebbe incontrato più volte e almeno in una occasione, nel 2019, si ipotizza un suo viaggio in Marocco. Al centro di più incontri con alcuni degli indagati anche il diplomatico Abderrahim Atmoun, di stanza a Varsavia, mediatore per il trasferimento di denaro in contanti, trasportati in buste o borsoni.

    Nel caso del Qatar, interessato a ripulire la propria immagine dalle accuse di sfruttamento dei lavoratori nei cantieri dei mondiali, gli incontri sarebbero avvenuti direttamente con un esponente del governo, il ministro del Lavoro Bin Samikh al Marri.

    Secondo gli inquirenti, riporta Repubblica, Panzeri e Giorgi dividevano il denaro al 50 percento mentre il resto finiva al direttore generale della ong “No Peace Without Justice”, Niccolo Figà Talamanca. Tutti e tre sono stati arrestati la scorsa settimana assieme a Kaili, che ieri il parlamento ha chiesto di rimuovere dalla carica di vicepresidente. Secondo Il Messaggero, la “gola profonda” dietro gli accertamenti avviati dai servizi di intelligence belgi potrebbe provenire dagli Emirati Arabi Uniti, uno dei principali sostenitori del blocco imposto dagli altri paesi del Golfo al Qatar dal 2017 al 2021.

    Lo scandalo intanto sembra essere solo agli inizi. Secondo la stampa ellenica, la procura greca avrebbe nel mirino più di sessanta eurodeputati, per la maggior parte dei Socialisti e democratici e del Partito popolare europeo, ma anche dei “nuovi partiti della destra”.

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