I ribelli sciiti Houthi e le forze filogovernative hanno proceduto allo scambio di quasi 200 prigionieri a Taiz, nello Yemen sudoccidentale, sabato 18 giugno 2016.
Lo scambio ha coinvolto 118 Houthi e 76 lealisti, per un totale di 194 prigionieri, e rappresenta un passo importante che riaccende la speranza che il cessate il fuoco proclamato in aprile possa affermarsi anche a Taiz, terza città yemenita, dove vi sono state ripetute violazioni da ambo le parti.
La minaccia comune rappresentata dall’Isis potrebbe spingere le due fazioni a collaborare. I miliziani del sedicente Stato islamico hanno condotto una serie di attacchi suicidi mentre i qaedisti hanno notevole influenza su porzioni del territorio yemenita e preoccupano seriamente la vicina Arabia Saudita.
Il ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir ha infatti annunciato giovedì 16 giugno che la nuova priorità del regno è combattere l’Isis e altre milizie in Yemen, piuttosto che gli insorti Houthi.
La tregua annunciata all’inizio dei colloqui di pace sponsorizzati dall’Onu ha smorzato i combattimenti, ma non a Taiz dove colpi di mortaio su un mercato all’inizio di giugno hanno causato 12 vittime e oltre 120 feriti.
I negoziati in Kuwait procedono molto lentamente. La guerra tra i ribelli Houthi e le forze governative sostenute da una coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha finora causato oltre 6.200 vittime e costretto alla fuga 2,5 milioni di civili, causando una grave crisi umanitaria.
Oltre la metà della popolazione yemenita, più di 14 milioni di persone, hanno bisogno di assistenza e scorte alimentari.
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