Un uomo d’affari franco-libanese ha pubblicamente confermato le sue dichiarazioni secondo cui l’ex leader libico Muammar Gheddafi donò 50 milioni di euro per finanziare la campagna elettorale di Nicolas Sarkozy, in corsa per la presidenza della Repubblica francese.
In un’intervista video pubblicata dal sito di notizie Mediapart, e riportata dal Guardian, Ziad Takieddine sostiene di aver fatto conoscere Sarkozy e Gheddafi e di aver consegnato personalmente valigette piene di denaro al politico francese in almeno tre occasioni nel 2006, pochi mesi prima della sua elezione.
“Sarkozy aprì le valigette: ed erano piene di soldi. Ho scoperto cose che non possono essere più tenute nascoste. Voglio denunciare la mafia nello stato in cui viviamo”, dice Takieddine nel video.
Le accuse erano già circolate sui media cinque anni fa, ma le dichiarazioni di Takieddine in questo momento potrebbero potenzialmente danneggiare Sarkozy nel suo tentativo di vincere le primarie all’interno del partito repubblicano e candidarsi alle presidenziali che si terranno ad aprile del 2017.
Sarkozy e il capo del suo staff dell’epoca, Claude Guéant, hanno ripetutamente negato di aver accettato denaro da Gheddafi, accusando l’uomo d’affari di diffamazione.
Nel 2013 un tribunale francese aveva aperto un’inchiesta su presunti finanziamenti illeciti nella campagna elettorale di Sarkozy, indagando su possibili capi d’accusa come “corruzione, concussione, abuso di potere, peculato, riciclaggio di denaro e complicità nel tentativo di nascondere questi reati”.
Tuttavia, nonostante numerose dichiarazioni dei testimoni e anni di indagini, Sarkozy non ha ricevuto nessuna condanna. Guéant è stato invece indagato per un presunto trasferimento bancario di 500mila euro ricevuto dalla vendita di due dipinti.
Nel 2011 il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, dichiarò al network Euronews di avere le prove del fatto che Sarkozy avesse accettato finanziamenti da Tripoli.