Nella notte di mercoledì 18 novembre, un uomo armato ha ucciso due poliziotti e ferito tre civili a Sarajevo, in Bosnia Erzegovina, prima di farsi saltare in aria.
Secondo il portavoce della polizia Irfan Nafic, l‘autore dell’attacco si chiamerebbe Enes Omeragic e avrebbe aperto il fuoco all’interno di un’agenzia di scommesse a Rajlovac, nella periferia di Sarajevo, vicino a una caserma dell’esercito. Mentre fuggiva, avrebbe sparato anche contro un autobus ferendo l’autista e due passeggeri.
L’attentatore si sarebbe fatto saltare in aria dopo che la polizia aveva circondato la sua abitazione, dove era riuscito a rifugiarsi durante la fuga.
Il primo ministero Denis Zvizdic ha dichiarato che si è trattato di un “attacco contro lo stato”, ma si è rifiutato di giungere all’immediata conclusione che attentatore fosse un “militante jihadista”.
Il portavoce della procura di Stato Boris Grubesic ha dichiarato all’agenzia Associated Press che le indagini starebbero seguendo la pista di “un attacco terroristico”.
Già in aprile un uomo armato aveva attaccato una stazione della polizia nella città di Zvornik, nell’est del Paese, uccidendo un poliziotto e ferendone altri due prima di uccidersi con un colpo di arma da fuoco.
La polizia avrebbe dichiarato che durante l’assalto l’uomo armato avrebbe urlato “Allah Akbar”, Allah è grande. Secondo le autorità locali, i vicini dell’uomo avrebbero affermato che recentemente era diventato membro di un gruppo islamico salafista ultra conservatore.
Il primo ministro Zvizdic assicura che “ila sicurezza verrà alzata ai massimi livelli per prevenire in futuro simili incidenti”.