Altre sanzioni o pressioni contro la Corea del Nord avrebbero solo l’effetto di accelerare il suo programma nucleare. L’ultimo avvertimento di Pyongyang arriva proprio mentre si sta tenendo a New York l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove martedì 18 settembre è atteso il primo discorso di Trump di fronte a questo organismo internazionale. Uno dei punti centrali del discorso sarà proprio la minaccia nucleare della Corea del Nord.
In una telefonata Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping si sono impegnati a “massimizzare la pressione” su Pyongyang attraverso una rigorosa applicazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che l’11 settembre ha visto l’imposizione di nuove sanzioni economiche alla Corea del Nord dopo il suo ultimo test nucleare. Venerdì 15 settembre il leader nordcoreano ha lanciato per la seconda volta un missile balistico che ha sorvolato il Giappone.
Una dichiarazione del ministro degli Esteri nordcoreano, pubblicata dall’agenzia di stato nordcoreana KCNA, definisce le sanzioni “il più viscido, immorale e inumano atto di ostilità”, sostenendo che queste hanno lo scopo di sterminare fisicamente il popolo, il governo e il sistema di Pyongyang, come riporta la Bbc.
Intanto, il segretario della Difesa statunitense Jim Mattis lunedì 18 settembre ha aperto all’esistenza di una possibile opzione militare contro la Corea del Nord che potrebbe proteggere Seul da un feroce contrattacco, ma non ha voluto precisare di che possibilità si tratti o se questa implichi l’uso di armi letali.
Stati Uniti e Corea del Sud hanno svolto lunedì esercitazioni militari congiunte. La Corea del Sud, alleata degli Stati Uniti, è facilmente raggiungibile per le armi nucleari e convenzionali di Pyongyang, per cui un’azione militare contro la Corea del Nord potrebbe provocare molte vittime su entrambi i fronti.
In risposta alle dichiarazioni di Mattis, il portavoce del ministro degli Esteri cinese ha detto martedì 19 settembre che azioni di minaccia o retorica non aiutano a risolvere la situazione nella penisola coreana. La Cina, storico alleato di Pyongyang, non ha posto il veto sulle nuove sanzioni adottate dal Consiglio di sicurezza Onu contro la Corea del Nord, ma ha ottenuto (insieme alla Russia) che queste fossero alleggerite rispetto alla proposta degli Stati Uniti e ha più volte chiesto una soluzione diplomatica per la crisi nordcoreana.