Il fotografo Ian Pettigrew stava lavorando a una serie di foto per documentare la fibrosi cistica, una rara malattia ereditaria che colpisce le cellule che producono sudore, muco o succhi gastrici, quando si è reso conto che la maggior parte delle sue modelle erano donne giovani e belle.
Questo gli ha fatto venire in mente un nuovo progetto fotografico, che coinvolgesse le donne affette da fibrosi cistica sotto una prospettiva differente.
Così Ian Pettigrew ha creato Salty Girls, una serie di foto in cui le donne affette da fibrosi cistica si mostrano senza vergogna, indossando bikini o canottiere, e sfidando i pregiudizi e gli stereotipi sul corpo femminile.
Le immagini mettono in risalto la bellezza e il coraggio delle ragazze affette dalla malattia. Una bellezza che va oltre la sofferenza e le cicatrici che la fibrosi cistica lascia sul corpo.
—Guarda le foto: Donne, bellezza e fibrosi cistica
La fibrosi cistica è considerata una malattia rara perché colpisce un bambino su 2.500. È diffusa soprattutto nella popolazione di etnia caucasica, ma può colpire anche persone di altre etnie.
Può danneggiare diversi organi interni, tra cui l’apparato digerente e i polmoni, causando problemi respiratori. Non esiste attualmente una cura definitiva per la malattia, sebbene la manifestazione e la severità dei sintomi possano essere ridotte grazie a interventi farmacologici e non farmacologici che aiutano a sciogliere il muco e a facilitare la respirazione.
“Purtroppo vergognarsi del proprio corpo è ancora una cosa molto comune”, ha detto il fotografo all’Huffington Post Usa. “Chi soffre di fibrosi cistica non è immune da ciò. I bambini possono essere cattivi, ma anche gli adulti possono esserlo”.
Uno degli obiettivi del progetto è quello di far riprendere alle donne il potere sul proprio corpo. “Nessuno ha il diritto di criticare o far vergognare qualcun’altro, soprattutto quando non conosce i fatti, come nel caso della fibrosi cistica.
Le persone possono essere brutali”, spiega Ian Pettigrew. La speranza, per il fotografo, è che la campagna insegni ad altre persone a vivere a testa alta e a essere orgogliose di se stesse.
“Le donne delle foto sono le ambasciatrici delle prossime generazioni”, dice, “e sono orgogliose di aprire loro la strada”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it