C’è un primo indagato nell’inchiesta per il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream avvenuto il 26 settembre 2022, sette mesi dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Si tratta di un cittadino ucraino, Vladimir Zhuravlev, di professione istruttore subacqueo.
È la Procura federale tedesca ad averlo individuato come co-responsabile delle esplosioni che hanno danneggiato le condutture che corrono sotto il Mar Baltico dalla Russia alla Germania, provocando il più grave attacco alle forniture energetiche tedesche dai tempi della Seconda guerra mondiale, nonché un continuo rimpallo di responsabilità tra Mosca, Kiev, Washington e Londra.
In questi circa due anni anche le autorità giudiziarie di Danimarca e Svezia avevano condotto delle indagini, ma in entrambi i casi i procedimenti si erano conclusi con un nulla di fatto.
L’inchiesta avviata in Germania, invece, è arrivata a un possibile punto di svolta. A rivelarne i dettagli sono i media tedeschi Die Zeit, Süddeutsche Zeitung e Ard. Lo scorso giugno il procuratore generale federale Jens Rommel ha ottenuto un mandato di arresto nei confronti di Zhuravlev, ma l’uomo non si trova. Die Zeit è riuscita a contattarlo telefonicamente ma l’uomo ha smentito categoricamente di essere coinvolto in quei fatti.
Gli investigatori tedeschi lo avrebbero identificato grazie alle foto e alle dichiarazioni di alcuni testimoni. L’ultimo indirizzo di residenza noto di Zhuravlev sarebbe in Polonia, ma quando – su richiesta avanzata da Berlino – le autorità polacche lo hanno cercato per arrestarlo, hanno scoperto che l’uomo aveva lasciato il Paese per tornare in Ucraina.
Secondo quanto riferito ai media polacchi da Anna Adamiak, portavoce del procuratore generale della Polonia, la Germania non aveva inserito il suo nome nel database delle forze dell’ordine: di conseguenza, le guardie di frontiera polacche non erano a conoscenza del fatto che fosse ricercato.
Ma Zhuravlev non sarebbe l’unico autore dei sabotaggi. La Procura federale tedesca ritiene che un gruppo di cittadini ucraini abbia noleggiato uno yacht chiamato “Andromeda” per raggiungere i gasdotti vicino all’isola danese di Bornholm e vi abbiano piazzato degli esplosivi.
Altri due sommozzatori ucraini sono sospettati: si tratta dei coniugi Svitlana e Yevhen U., che gestiscono una scuola di immersioni in Ucraina e per la quale Zhuravlov avrebbe lavorato come istruttore di immersioni.
Intervistata dal giornale online Politico.Eu, Svitlana Uspenska ha negato qualsiasi coinvolgimento suo o del marito, che attualmente è al fronte in Ucraina a combattere come soldato le truppe russe.
La donna ha fornito a Politico diverse foto e i dati di geolocalizzazione ad esse associati che la mostrano in varie località dell’Ucraina nell’autunno del 2022. Uspenska ha anche annunciato che farà causa ai media tedeschi per “un paio di milioni di euro” per averla citata nel caso.
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