Russiagate, Fox News smentisce Conte
L’Italia ha consegnato prove a Washington. È quanto sostiene l’americana Fox News, mettendo in discussione quanto dichiarato al Copasir due giorni fa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La vicenda è nota. Il capo del governo è stato ascoltato dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sul cosiddetto Russiagate, ovvero sulle presunte interferenze russe nelle elezioni presidenziali americane del 2016.
Conte è stato chiamato a chiarire in particolare le modalità di due incontri tra il ministro della giustizia Usa William Barr e i vertici dei nostri 007. “Non abbiamo fornito alcuna informazione riservata”, ha ripetuto al Copasir il professore. Ma dagli Stati Uniti è arrivata una versione diversa. Fox News, televisione ritenuta vicina al presidente Donald Trump, ha fatto sapere: “Durante
una delle due visite effettuate a Roma, il 15 agosto e il 27 settembre, per incontrare i vertici dell’intelligence italiana, Barr e il procuratore John Durham hanno raccolto nuove prove per la loro contro-inchiesta sul Russiagate. Poi hanno deciso di ampliare il raggio della loro inchiesta sulle origini dell’indagine Fbi del 2016 sulle collusioni con la Russia”.
Dagli Stati Uniti dunque si prova nuovamente a portare l’Italia nella guerra tutta interna all’amministrazione americana sul Russiagate.
Fox News ricorda che i due americani hanno incontrato i dirigenti dei servizi di intelligence italiani in due distinti incontri, il 15 agosto e il 27 settembre. E in quella occasione, come detto alcune fonti, in cui sarebbero emerse queste “new evidences”.
Si tratta di prove che fonti degli 007 italiani smentiscono, come già avvenuto in passato con la storia dei due cellulari Blackberry di Joseph Mifsud, il professore maltese al centro della vicenda, dispositivi che sarebbero stati consegnati dai servizi agli americani e come accaduto ancora prima quando sempre dagli Stati Uniti era trapelata la notizia che a Barr e Durham sarebbe stato consegnato un nastro con la voce di Mifsud.
Restano la domanda: come mai il premier Conte ha autorizzato i colloqui tra un’autorità politica e i vertici dei servizi d’intelligence? Ma resta anche lo scontro politico, che vede protagonisti gli ex alleati di governo. A partire da Matteo Salvini.