Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha accusato gli Stati Uniti di azioni “intenzionalmente provocatorie” nei confronti della Corea del Nord e ha respinto la richiesta di Washington, rivolta a tutti i paesi del mondo, di interrompere ogni rapporto con Pyongyang.
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“Gli americani devono spiegare a tutti qual è il loro scopo. Se stanno cercando un pretesto per distruggere la Corea del Nord, che lo dicano senza giri di parole e lo confermino alle autorità supreme Usa. Solo così saremo in grado di prendere decisioni su come reagire”, ha detto Lavrov.
Le parole del ministro degli Esteri russo sono arrivate dopo quelle della rappresentante statunitense all’Onu Nikki Haley, secondo la quale gli Stati Uniti sarebbero pronti a “distruggere completamente” il regime nordcoreano nel caso scoppiasse un conflitto dopo il lancio, avvenuto all’alba del 29 novembre, di un missile balistico intercontinentale da parte di Pyongyang, che ha detto di essere in grado di colpire qualsiasi punto del territorio statunitense.
L’amministrazione Trump ha più volte affermato di star valutando tutte le opzioni possibili per interrompere i programmi balistici e nucleari nordcoreani, ma quella diplomatica è ancora considerata la preferibile.
Parlando alla riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Nikki Haley ha detto che gli Usa non hanno mai cercato di dare avvio a una guerra contro la Corea del Nord, ma la pazienza è quasi finita.
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“Nel caso di scoppio di un conflitto, le cause saranno legate a provocazioni e aggressioni come quelle cui abbiamo assistito ieri”, ha detto Haley, le cui parole sono state citate dall’agenzia di stampa Reuters.
Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Cina di tagliare l’export di petrolio verso la Corea del Nord. Una decisione drastica che Pechino, principale partner commerciale di Pyongyang, ha fino a oggi evitato di adottare.
Tra i pochi stati ad avere ancora rapporti con la Corea del Nord, oltre alla Cina, c’è anche la Russia. Sia Pechino, sia Mosca hanno posto il veto alle richieste avanzate dagli Usa nella riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
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Haley ha inoltre invitato tutti gli altri paesi che hanno ancora rapporti diplomatici e commerciali con il regime di Kim Jong-un a interromperli immediatamente.
Un invito respinto con decisione dalla Russia, come affermato dal ministro degli Esteri Lavrov: “Abbiamo già detto molte volte che questo tipo di pressione ha esaurito il suo effetto.”
Mercoledì 29 novembre il presidente statunitense, Donald Trump, ha chiesto al suo omologo cinese Xi Jinping di “usare tutti i mezzi disponibili” per convincere la Corea del Nord a porre fine alle provocazioni e tornare sul sentiero della denuclearizzazione.
Just spoke to President XI JINPING of China concerning the provocative actions of North Korea. Additional major sanctions will be imposed on North Korea today. This situation will be handled!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 29 novembre 2017
Nel corso di un comizio in Missouri, Donald Trump è tornato a commentare la crisi nordcoreana in maniera piuttosto colorita, definendo Kim Jong-un un “cagnolino malato”; ennesimo episodio della guerra di parole iniziata mesi fa tra i due leader.