Le autorità russe hanno ritrovato i resti di un aereo Antonov An-26 con 28 persone a bordo, scomparso questa mattina nella regione russa della Kamchatka, nell’estremo oriente del Paese. I detriti sono stati rinvenuti nel nord della remota penisola russa.
I controllori di volo avevano perso il contatto con il velivolo, partito dalla città di Petropavlovsk-Kamchatsky e diretto verso Palana. Le comunicazioni con l’aereo si erano interrotte a circa 9 chilometri dall’aeroporto di arrivo, 10 minuti prima dell’atterraggio previsto. È improbabile, secondo le autorità russe, che qualcuno sia sopravvissuto allo schianto.
In una nota pubblicata sul sito-web del governo regionale, il governatore della Kamchatka Vladimir Solodov ha annunciato che alcuni frammenti della fusoliera sono stati ritrovati sia sulla riva che in mare. A bordo del velivolo, viaggiavano 22 passeggeri, tra cui un minore, e sei membri dell’equipaggio. Tra i viaggiatori figurava anche la responsabile dell’amministrazione locale di Palana, Olga Mokhireva.
Le autorità hanno aperto un’indagine sulla tragedia, causata forse dalle pessime condizioni meteo al momento dell’impatto. Non si tratta comunque del primo incidente aereo grave avvenuto in Russia. Negli ultimi anni si sono verificate infatti diverse tragedie simili.
A maggio 2019, un Sukhoi Superjet della compagnia nazionale Aeroflot fu costretto a un atterraggio di emergenza e prese fuoco sulla pista di un aeroporto di Mosca, uccidendo 41 persone. Nel febbraio 2018 invece un An-148 della Saratov Airlines si schiantò poco dopo il decollo vicino a Mosca a causa di un errore umano, uccidendo tutte le 71 persone a bordo.