Russia, Medvedev torna a evocare l’apocalisse nucleare. Il Cremlino: “Non ci sono presupposti per la pace”
La Russia torna a evocare la possibilità di un conflitto nucleare. Dopo il ritiro dal trattato per la riduzione delle armi nucleari e le recenti dichiarazioni di Vladimir Putin, questa volta è stato Dmitri Medvedev a mettere in guardia l’Occidente per il sostegno militare all’Ucraina.
L’ex presidente russo, oggi vicepresidente del consiglio di sicurezza nazionale russo, ha dedicato un lungo articolo sul quotidiano Izvestia alle “cause dell’attuale crisi geopolitica” e la possibilità di “garantire un futuro per il mondo intero”. “Certo, si può continuare a pompare armi al regime neofascista di Kiev e bloccare ogni possibilità di rilanciare i negoziati”, ha scritto Medvedev nell’articolo dal titolo “Punti di non ritorno”. “I nostri nemici stanno facendo proprio questo, non volendo capire che i loro obiettivi porteranno sicuramente a un fallimento totale. Perdite per tutti. Un collasso. L’apocalisse. In cui ti dimentichi per secoli della tua vita precedente, finché le macerie non smettono di emettere radiazioni”, ha continuato l’ex presidente, aggiungendo poi che la Russia, insieme ad altri paesi, “non lo permetterà”. “Non siamo soli in questa impresa. I paesi occidentali con i loro satelliti, [rappresentano] solo il 15% della popolazione mondiale. Siamo molti di più e siamo molto più forti. Il potere calmo del nostro grande paese e l’autorità dei suoi partner sono la chiave per preservare il futuro di tutto il nostro mondo”, la conclusione di Medvedev, che nell’articolo ha accusato l’Occidente di essere spinto dalla “russofobia” e da una “folle isteria”, “il desiderio ossessivo di fare a pezzi il nostro paese”, che secondo il politico russo “ha portato a un’operazione militare speciale”.
“Qualsiasi impero che crolla seppellisce sotto le sue rovine mezzo mondo, o anche di più. Sembra che coloro che prima hanno distrutto l’URSS e ora stanno cercando di distruggere la Federazione Russa non vogliano capirlo”, ha ammonito l’ex capo di stato.
L’Occidente, da parte sua, non sembra preoccupato dalle parole di Medvedev. La ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, oggi ha liquidato le minacce come “retorica incendiaria di cui faremmo volentieri a meno”. “Il signor Medvedev, purtroppo, ci ha abituato da tempo a dichiarazioni irresponsabili e oltraggiose che non riflettono in alcun modo la realtà”, ha detto Colonna a margine della riunione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra.
Nel frattempo il Cremlino è tornato a ribadire la linea dura sulle possibili concessioni all’Ucraina per aprire a soluzioni di pace. Il ritorno della Crimea all’Ucraina “è impossibile” perché è “una parte integrante della Russia”, ha detto oggi il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov, commentando con la stampa la possibilità di una soluzione pacifica del conflitto, avanzata dalla Cina la settimana scorsa. Mosca “per ora non vede alcun presupposto affinchè la situazione in Ucraina vada in una direzione pacifica e questo comporta il proseguimento dell’operazione speciale”, ha sottolineato Peskov.