È in corso un’epurazione di massa in puro stile “staliniano” dentro i servizi d’intelligence russi. Ieri sera il presidente Vladimir Putin ha licenziato oltre 100 agenti dell’FSB, i servizi di sicurezza della Federazione russa, un segnale inequivocabile, secondo il Times di Londra che riporta la notizia, della rabbia di Putin per il fallimento dell’invasione. Tutti gli agenti licenziati – sarebbero circa 150 – appartenevano al Quinto Servizio, una divisione nata nel 1998 quando Putin era a capo dell’FSB, per condurre operazioni nei Paesi dell’ex Unione Sovietica allo scopo di mantenerli dentro la sfera d’influenza della Russia. L’accusa sarebbe quella di “aver riferito false informazioni al Cremlino sulla reale situazione in Ucraina prima dell’invasione,” ha riferito il sito web investigativo Bellingcat
Anche l’ex capo del dipartimento e responsabile delle operazioni in Ucraina, Sergei Beseda, è stato messo agli arresti il mese scorso e poi trasferito presso il carcere di massima sicurezza di Lefortovo a Mosca, secondo le ultime indiscrezioni del Times. Leftorvo è noto per essere stato luogo di torture e interrogazioni durante le Grandi Purghe staliniane degli anni ’30, e l’arresto di Beseda è servito a inviare un messaggio molto chiaro alle élites russe, secondo Andrei Soldatov, esperto del Center for European Policy Analysis (CEPA). L’accusa ufficiale è quella di appropriazione indebita, ma il sospetto è che il Cremlino lo accusi di fughe di notizie che avrebbero paralizzato lo sforzo bellico.
“Sono rimasto sorpreso da questa decisione,” ha detto Soldatov. “Putin avrebbe potuto semplicemente licenziarlo o mandarlo a svolgere qualche compito in Siberia. Leftorvo non è un bel posto e inviarlo là è un segnale di quanto stia prendendo sul serio la faccenda.” Soldatov ha aggiunto che le autorità russe potrebbero sospettare che Beseda abbia passato informazioni alla CIA, mentre secondo altri analisti la sua incarcerazione sarebbe dovuta agli errori commessi sul campo in Ucraina. Il Quinto Servizio rappresenta il dipartimento più sensibile dell’FSB, incaricato di svolgere attività di spionaggio in Ucraina. Ora sembra che Vladimir Putin abbia finalmente realizzato che le informazioni ricevute prima dell’invasione non fossero del tutto affidabili. E ha iniziato a cercare qualcuno su cui scaricare la colpa.
Nelle ultime settimane le forze russe hanno subito una serie di sconfitte e sono state costrette a ritirarsi anche da Kiev dopo non essere riusciti a sfondare le difese della capitale. Le ipotesi che la Russia abbia pianificato la sua campagna militare facendo affidamento a informazioni militari imprecise sono andate col tempo avvalorandosi. Già prima che i carri armati di Putin arrivassero in Ucraina alla fine di febbraio, gli ufficiali dell’intelligence britannica e statunitense avevano a disposizione le mappe che mostravano dove si dirigevano le colonne corazzate di Putin e da allora hanno continuato a trasmettere agli ucraini informazioni accurate sugli obiettivi russi.