La giornalista e attivista per i diritti umani russa Anna Politkovskaja fu uccisa a colpi di pistola all’interno dell’ascensore nell’edificio in cui abitava nel centro di Mosca, il 7 ottobre del 2006.
Il 17 luglio 2018 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Russia per non “avere messo in atto le indagini appropriate per identificare i mandanti” dell’omicidio della giornalista russa.
Secondo quanto si legge nella sentenza della Corte, “lo stato russo ha mancato agli obblighi relativi alla effettività e alla durata delle indagini”, violando in questo modo la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
In particolare, i giudici di Strasburgo hanno rilevato che “se le autorità hanno trovato e condannato un gruppo di uomini direttamente coinvolti nell’assassinio della signora Politkovskaja, non hanno attuato adeguate misure investigative per identificare i mandanti dell’omicidio”.
Secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo, le autorità “hanno sviluppato una teoria sull’istigatore dell’omicidio, dirigendo la loro indagine su un uomo d’affari russo che risiedeva a Londra, ora deceduto”.
Tuttavia, il governo di Mosca avrebbe dovuto “studiare altre ipotesi, comprese quelle suggerite dalle ricorrenti, secondo cui nell’assassinio sono stati coinvolti gli agenti del FSB, i servizi segreti russi, o l’amministrazione della Repubblica cecena”.
Lo Stato russo ha quindi violato la Convenzione dei diritti dell’uomo perché “non ha adempiuto agli obblighi relativi all’efficacia e alla durata dell’indagine”.
A partire dal 1999 Politkovskaja aveva cominciato a seguire il conflitto in Cecenia per il periodico indipendente Novaja Gazeta. Il suo impegno in difesa dei diritti umani, i reportage dalle zone di guerra e la sua opposizione alle derive autoritarie del governo di Vladimir Putin le valsero il Global award di Amnesty International per il giornalismo in difesa dei diritti umani nel 2001, e il premio dell’Osce per il giornalismo e la democrazia nel 2003.
La Russia di Putin è il libro-inchiesta della Politkovskaja del 2005, traduzione di Claudia Zonghetti e in Italia edito da Adelphi, sul governo Putin e più in generale sulla Russia dei primi anni Duemila.
Il 9 giugno del 2014 si è concluso il processo ai sicari ceceni colpevoli dell’esecuzione materiale dell’omicidio della Politkovskaja, con dure condanne per tutti gli imputati e due ergastoli. Il processo non è stato in grado, tuttavia, di identificare i mandanti.
Nel 2009 il settimanale Internazionale e il comune di Ferrara hanno istituito il premio Anna Politkovskaja, per commemorare la vita della giornalista russa e “sostenere l’impegno e il coraggio di giovani reporter che nel mondo si sono distinti per le loro inchieste”.
L’uccisione della Politkovskaja avvenne lo stesso giorno del compleanno di Putin, che ricorre il 7 ottobre.