Le autorità russe hanno restituito alla madre Lyudmila il corpo del dissidente russo Alexei Navalny, morto venerdì 16 febbraio in circostanze ancora da chiarire nella Colonia penale di massima sicurezza n. 3, il carcere del distretto autonomo di Yamalo-Nenetsia, situato nell’Artico russo a 2.000 chilometri da Mosca, dove stava scontando una pena di 19 anni di reclusione. Lo ha reso noto oggi sui social la portavoce del dissidente russo Kira Yarmish, secondo cui però non è ancora chiaro quando si terranno i funerali dell’oppositore russo.
“Il corpo di Alexei è stato consegnato a sua madre”, ha scritto Yarmish sulla piattaforma social X (ex Twitter). “Lyudmila Ivanovna (la madre di Navalny, ndr) è ancora a Salechard. I funerali sono ancora in sospeso. Non sappiamo se le autorità interferiranno per portare a termine la cosa come vuole la famiglia e come merita Alexey. Vi informeremo non appena ci saranno novità”.
La madre del 47enne ha ottenuto la restituzione delle spoglie dopo circa una settimana di proteste e azioni legali, in cui si è trovata a fronteggiare l’atteggiamento ostruzionistico e minatorio delle autorità russe. La donna ha dovuto attendere giorni per vedere il corpo e ha dovuto fare i conti con minacce esplicite, con il rischio di finire al centro di un procedimento giudiziario.