Nella notte tra il 10 e l’11 agosto 2018 ci sono stati diversi scontri tra la polizia e decine di migliaia di manifestanti anti-governativi in tutta la Romania.
Secondo quando riportato dai media, sono scese in piazza tra le 30mila e le 50mila persone, molte delle quali residenti normalmente all’estero.
Alcuni manifestanti nella capitale Bucarest hanno lanciato bottiglie e lastre usate per la pavimentazione, mentre la polizia ha fatto ricorso a gas lacrimogeni, spray al peperoncino e a un cannone ad acqua.
Circa 400 manifestanti hanno avuto bisogno di cure mediche e 10 poliziotti sono rimasti feriti, secondo quanto riferito dai servizi di emergenza.
Un gruppo di dimostranti ha cercato di irrompere nel palazzo del governo a Bucarest, ma è stato trattenuto dal cordone di sicurezza creato nella zona dalla polizia.
In molti hanno sventolato bandiere europee e rumene e scandito slogan contro il governo.
I manifestanti chiedono le dimissioni del governo a guida socialista, accusato di aver cercato di indebolire il potere giudiziario, e si sono scagliati contro i salari bassi e la corruzione radicata nel paese.
A luglio, il presidente Klaus Iohannis, del partito Liberale, è stato costretto a piegarsi al volere del governo e a licenziare il magistrato capo del Dipartimento anti-corruzione, Codruta Kovesi, che aveva condotto indagini contro la corruzione diffusa tra i politici locali e nazionali.
Circa 150mila persone si sono riunite a Bucarest lo scorso anno dopo l’approvazione da parte del governo si un decreto che mira a scarcerare chi è accusato di corruzione.
Le ultime manifestazioni hanno visto un’importante coinvolgimento della popolazione rumena residente all’estero e tornata nel paese per protestare contro il governo.
Ileana Anghel, intervistata dall’agenzia Ap, ha raccontato di aver viaggiato dalla Spagna con suo marito per prendere parte alle proteste.
“Vogliamo vedere strade e scuole moderne e soprattutto non dover pagare tangenti a sinistra e a destra”, ha detto la donna.
Vlad, sessantenne, è volato in Romania da New York, dove vive da 30 anni.
“La corruzione e l’appropriazione indebita sono la maggior fonte di guadagno dalla classe dominante”, ha spiegato Vlad.
Secondo la Banca Mondiale, fino a un quarto della popolazione rumena, tra tre e cinque milioni di persone, vive e lavora all’estero.
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