Il presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha annunciato martedì 27 dicembre che non nominerà premier Sevil Shhaideh, la candidata proposta dal Partito socialdemocratico (Psd), che ha largamente vinto con il 45 per cento dei consensi le elezioni dell’11 dicembre scorso.
Sevil Shhaideh, esponente della minoranza turca del paese, sarebbe stata la prima donna musulmana a ricoprire la carica di premier nel paese.
Shhaideh è un’economista e una figura poco nota nel panorama politico del paese. Fino a questo momento ha ricoperto ruoli secondari tra cui quello di segretario presso il ministero per lo Sviluppo regionale sotto il precedente governo socialista.
Il partito socialdemocratico detiene la maggioranza dei seggi in parlamento, tuttavia il presidente del partito Liviu Dragnea non può diventare primo ministro perché è stato condannato nei mesi scorsi per frode elettorale.
Le recenti elezioni in Romania si sono tenute dopo la grave crisi politica seguita all’incendio di una discoteca a Bucarest nel novembre 2015 con 64 morti e alle successive manifestazioni di piazza, culmine del malcontento popolare nei confronti della classe politica.
Da allora e fino alle elezioni di dicembre il governo romeno è stato guidato da un tecnico, Dacian Ciolos, 47 anni, ex commissario Ue.
Iohannis ha detto di aver preso la decisione dopo “aver soppesato con attenzione i pro e i contro”, ma non ha spiegato le ragioni del suo rifiuto. La decisione del presidente romeno sembra destinata a provocare un duro braccio di ferro con il principale partito di maggioranza, rischiando così di generare uno stallo istituzionale.
Leggi l'articolo originale su TPI.it